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Ancora una giornata di sciopero provinciale per i trasporti pubblici di Modena. Dopo lo stop dell’8 marzo scorso, i sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Fna e Faisa Cisal) hanno indetto per oggi (lunedì 11 marzo) una nuova sospensione dal lavoro di 24 ore dei dipendenti di Seta. Previsto anche un presidio davanti alla sede aziendale. A motivare la protesta, spiega un comunicato, il perdurare “dei difficili rapporti con la direzione aziendale che continua a negare il confronto con le sigle sindacali e contestualmente ha proceduto a una riorganizzazione degli orari e dei turni di lavoro senza alcun confronto, che già nelle scorse settimane ha prodotto ricadute negative sia sui lavoratori sia sugli utenti”.
Ma la questione dei turni e degli orari è solo l’ultima rivendicazione di un cahier de doléances molto nutrito. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Fna e Faisa Cisal lamentano anche “le disfunzioni del nuovo sistema dei buoni mensa, la vetustà dei mezzi che mette a rischio la sicurezza di utenti e personale, il mancato riconoscimento ai nuovi assunti del salario di secondo livello”. Su quest’ultimo punto, in particolare, i sindacati rilevano che “a distanza di tre anni dall’assunzione i nuovi assunti, che hanno un salario che si aggira su 1.050 euro mensili, non hanno il riconoscimento del salario aziendale, con circa 200 euro mensili in meno in busta paga”.
I sindacati, inoltre, denunciano i disservizi verificatesi nel periodo pasquale: “non sono stati cambiati gli orari alle fermate nel servizio urbano di Modena e l’utenza, arrabbiata con Seta, si è sfogata più volte con gli autisti”. Gli stessi disservizi, rimarcano i lavoratori, sono successi “anche lo scorso Natale scorso e la scorsa estate: tutte le volte che cambia il servizio Seta non informa a dovere l’utenza, limitandosi a pubblicare sul sito i cambi di orario, ma non alle fermate”. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Fna e Faisa Cisal chiedono dunque al presidente Bulgarelli di mantenere fede all’impegno (ormai di alcuni mesi fa) di convocare i sindacati per presentare loro il nuovo piano industriale e per chiarire il progetto dell’azienda trasporti unica regionale.