PHOTO
Tutti col fiato sospeso a Firenze per la vertenza Guess. La multinazionale americana ha deciso da più di un mese di trasferire importanti funzioni aziendali in Svizzera, annunciando 90 esuberi. Oggi (mercoledì 13 aprile) si tiene lo sciopero dei 200 addetti e un presidio in occasione della riunione dell’unità di crisi della Città metropolitana convocata per le 12.30 a Palazzo Medici Riccardi (in via Cavour 1), con la presenza di istituzioni, sindacati e azienda. Dopo l'incontro, i lavoratori e i loro rappresentanti si riuniranno in assemblea presso la Camera del Lavoro (in Borgo dei Greci 3).
“Se non arriveranno notizie positive siamo pronti a innalzare il livello della protesta” spiega — ha detto il segretario della Filctem Cgil di Firenze Alessandro Picchioni: “Non escludiamo nuovi scioperi e manifestazioni. Chiederemo supporto alle istituzioni perché ci aiutino ad attivare il ministero dello Sviluppo economico”. La vertenza ha avuto inizio alla fine di febbraio, quando la Guess Inc. (controllante di Guess Italia e dello stabilimento di Firenze) ha deciso di delocalizzare a Lugano (Svizzera) le funzioni stile e prodotto per le linee Kid’s e Underwear. A metà marzo la multinazionale ha rincarato la dose, annunciando di delocalizzare a Lugano tutte le funzioni sviluppo, prodotto e stile (finora gestite dalla struttura fiorentina), con la conseguente perdita di 90 posti di lavoro, circa la metà del personale.
Nelle scorse settimane numerose sono state le proteste dei lavoratori. Il 18 marzo si è tenuto un primo sciopero degli addetti della griffe, mentre il 30 marzo scorso i dipendenti, quasi tutte donne, hanno messo in atto sul ponte Santa Trinità la manifestazione-sfilata “Firenze si sveste”, cui hanno partecipato delegazioni di numerose altre aziende tessili del territorio fiorentino. Il 1 aprile, infine, si è svolto il primo incontro tra Guess Europe, sindacati e istituzioni, che però ha solo confermato la forte criticità della situazione.
“Vent' anni fa la Guess ha scelto di investire in Italia, a Firenze, perché Firenze è la Silicon Valley della moda e del gusto” hanno scritto i lavoratori lanciando una petizione sulla piattaforma Change.org. “Grazie a questo territorio – continua l’appello – il brand Guess è cresciuto nel mondo e riteniamo sbagliata una scelta che disperde questo valore e che persegue una politica di mera riduzione dei costi e della qualità del prodotto. Chiediamo insieme, a gran voce, la presentazione di un piano industriale di crescita della struttura italiana, in grado di rafforzare lo stile e la qualità del prodotto e ridare fiducia ai lavoratori, agli azionisti, la rete vendita e ai clienti di Guess”. La petizione così si conclude: “Noi non ci arrenderemo, perché amiamo il nostro lavoro e perché vogliamo che la Guess torni ad amare Firenze”.