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Serve una “nuova e diversa soluzione” per la Froneri di Parma. Così il governo all’azienda nell’ultimo incontro del 26 ottobre scorso, rigettando l’intenzione di chiudere la fabbrica e di licenziare 120 lavoratori. E la diversa soluzione è quella che sindacati e istituzioni si aspettano per oggi (lunedì 6 novembre), nel corso del nuovo vertice a Roma convocato al ministero dello Sviluppo economico. Una determinazione che ci si augura possa essere centrata sul proseguimento dell’attività produttiva, sulla tutela dei posti di lavoro e su un piano di sviluppo imprenditoriale, sul quale gli enti locali (Regione Emilia Romagna e Comune di Parma) hanno già assicurato preventivamente il più ampio sostegno.
La situazione, però, è sicuramente difficile. L’ultimo summit ha infatti registrato uno stallo, con l’azienda che ha confermato l’intenzione di voler procedere con i licenziamenti, pur presentando una proposta di riorganizzazione del gruppo in Italia con diversi milioni di euro di investimenti. “Abbiamo ribadito – ha commentato a fine riunione il segretario nazionale Flai Cgil Mauro Macchiesi – che tale atteggiamento è iniquo e che siamo disponibili a confrontarci su un piano di ristrutturazione industriale del gruppo, ma non accetteremo mai un comportamento da ‘padrone delle ferriere’”.
La società ha aperto la procedura di licenziamento per 120 dipendenti (112 a Parma, otto a Milano) il 29 settembre scorso, pur avendo firmato appena due mesi prima (il 26 luglio) un verbale nel quale negava ogni intervento. “L’approccio dell’azienda – ha continuato Macchiesi – apre in Italia un problema per i lavoratori dipendenti della Froneri, ma, più in generale, costituisce un grave precedente per la tenuta delle regole di mercato che riguardano tutte le imprese del settore alimentare, che si confrontano sulle produzioni di qualità e non sul valore al ribasso del lavoro”.
Il gruppo Froneri (joint-venture costituita da Nestlé e R&R Ice Cream, specializzato nel settore del lattiero-caseario refrigerato e nella produzione di gelati e surgelati) ha motivato la decisione con la “necessità di rendere sostenibile il business in Italia” e con specifiche “inefficienze produttive (dell’impianto di Parma, ndr) su cui non è possibile intervenire”. Il gruppo ha tre stabilimenti: in quelli di Parma e di Ferentino (Frosinone) si realizzano prodotti a marchio Antica Gelateria del Corso e Motta, mentre in quello di Terni si lavora, per conto di Eskigel, sulla grande distribuzione (Froneri è il principale produttore in Italia di gelati “private label”, ossia i gelati che il consumatore conosce attraverso i marchi dei distributori). Nel mondo è presente in più di 20 Paesi e impiega circa 12.500 lavoratori.
“La parola ora passa all’azienda” hanno scritto in una nota Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil di Parma, ribadendo la mobilitazione “per ottenere quello che chiediamo dall’inizio: alternative ai licenziamenti e futuro industriale per il sito”. I sindacati dell’agroindustria considerano “inaccettabile” la scelta dell’azienda: “Nonostante i dichiarati investimenti in altri siti del gruppo, Froneri ha ribadito la non volontà di garantire un piano sociale per i lavoratori coinvolti che preveda la cassa integrazione straordinaria. Tutti licenziati e subito, visto che l'idea è cedere l'area industriale senza dipendenti”. Per i sindacati, conclude la nota, serve “un vero piano sociale e occorre lavorare per una riconversione industriale del sito di Parma”.