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Nessun passo avanti dall'incontro in Confindustria Parma sulla vertenza Froneri. “Oggi si è tenuto il secondo round previsto dalla procedura di licenziamento collettivo dell'azienda partecipata Nestlé e Eskigel che prevede il licenziamento di 120 dipendenti, di cui 112 a Parma e 8 presso gli uffici di Milano. L’incontro ha dato esito negativo per l’atteggiamento di chiusura dell’azienda a qualsiasi proposta delle organizzazioni sindacali e delle Rsu di modifica del piano industriale e di un piano sociale che prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali e di ricollocazione del personale”. Lo afferma Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, al termine del tavolo. Il gruppo in Italia ha tre stabilimenti: a Parma e altro Ferentino (Fr) si realizzano prodotti a marchio Antica Gelateria del Corso e Motta; in quello di Terni, per conto di Eskigel si lavora sulla grande distribuzione.
“L'atteggiamento di Froneri – prosegue Macchiesi – è al di fuori delle tradizioni degli accordi sindacali del settore e in linea con le peggiori logiche padronali". Il 26 ottobre si terrà un incontro al ministero dello Sviluppo economico. "In quella sede – prosegue l'esponente della Cgil – chiederemo un intervento per far recedere l’azienda da questo atteggiamento. Ci auguriamo che anche le associazioni imprenditoriali del settore riflettano su comportamenti e atteggiamenti che introducono elementi di concorrenza sleale in una corsa al ribasso delle condizioni di lavoro che poco hanno a che vedere con le produzioni di qualità del settore del food nel nostro paese”.
L'azienda ha di fatto confermato la volontà di chiudere lo storico stabilimento produttivo e licenziare 120 lavoratori. "Rispetto all'incontro istituzionale convocato dalla Regione Emilia Romagna e tenutosi il 12 ottobre scorso – affermano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil di Parma – si sono segnati addirittura dei passi indietro. Nonostante i dichiarati investimenti in altri siti del gruppo, l'azienda ha infatti ribadito la non volontà di garantire un piano sociale per i lavoratori coinvolti che preveda la cassa integrazione straordinaria. Tutti licenziati e subito, visto che l'idea è cedere l'area industriale senza dipendenti".
Per le tre sigle è una posizione inaccettabile: "Continueremo a contrastarla con tutte le forze, chiedendo il sostegno delle istituzioni e della politica. A partire dall'incontro di giovedì 26 convocato dal Mise durante il quale sarà organizzato un presidio con tutti i lavoratori coinvolti. Serve un vero piano sociale e occorre lavorare per una riconversione industriale del sito di Parma".