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'Italia parla' di oggi (23 maggio) ha intervistato Enrica Valfrè, la nuova responsabile della Camera del lavoro di Torino, con un passato di Rsu aziendale fino ad arrivare a ricoprire ultimamente la carica di segretaria della Fp locale. "Per tanti anni – ha esordito la neosegretaria generale della Cgil torinese su RadioArticolo1 –, ho seguito i comparti pubblici di una città che sta deturpando sempre più il suo volto, per via della crisi industriale e della mancanza di occupazione e, di conseguenza, dell'incremento del lavoro povero e precario. È inarrestabile la chiusura di aziende, mentre gli ammortizzatori sociali, utilizzati a piene mani, si vanno esaurendo".
"Come sindacato - ha spiegato -, abbiamo puntato sui settori ad alta capacità e innovazione tecnologica, ma il decollo finora non c'è stato, e anche l'industria dell'auto, fiore all'occhiello e caratteristica peculiare della città, è sempre più in affanno.Turismo e cultura risultano in espansione dal lato dei grandi eventi, ma non c'è un tessuto produttivo che interessa la città e anche il terziario che si va sviluppando è un settore povero. Abbiamo atenei qualificati con oltre 100.000 studenti, ma bisogna intervenire di più sull'intreccio tra università e politiche attive del lavoro sul territorio. Nel complesso, va peggiorando il reddito delle persone, e siamo di fronte a un impoverimento progressivo di tutta la provincia. Anche il welfare è a rischio - inoltre -, con molti ragazzi ritirati dalle mense, con pochi asili nido e si sono ridotte le soglie d'accesso. Con la penuria di fondi a disposizione, i pochi operatori riescono ad occuparsi solo delle persone più indigenti, e si assiste a una riduzione di posti di lavoro anche nel comparto della cooperazione sociale".
Valfrè si è poi soffermata sulle imminenti elezioni regionali. "Il nuovo Governatore del Piemonte – spiega la dirigente sindacale della città della Mole – dovrà affrontare le emergenze del reperimento e del buon utilizzo delle risorse. Penso in primis ai fondi strutturali Ue, mal utilizzati dalla passata gestione. La Regione deve individuare le priorità d'intervento e su queste indirizzare gli investimenti. Secondo capitolo da trattare al più presto, le politiche sociosanitarie: negli ultimi anni abbiamo assistito allo smantellamento di tutto il sistema, ma non si può partire sempre da tagli lineari e dalla chiusura di ospedali e servizi. Poi la Regione dovrà misurarsi con i problemi legati alla nuova città metropolitana che s'insedia a partire dall'anno prossimo. Nel contempo, vanno affrontate le vertenze principali, oltre naturalmente a Fiat Mirafiori: dalla ex Satix di Moncalieri, che chiude e lascia a casa 190 lavoratori, alla vicenda del gruppo Trombini con 400 addetti in mobilità. Senza dimenticare le delocalizzazioni avviate sul nostro territorio, che interessano l'industria del legno e quella della meccanica. Un'altra grande vertenza è quella del lavoro pubblico, con l'ipotesi di riorganizzazione degli appalti che ci riguarda direttamente".
Proprio sugli appalti la Cdl torinese si muoverà con particolare attenzione nei prossimi anni. "Intendiamo applicare – osserva Valfrè – la contrattazione di sito e di filiera, coinvolgendo di più le nostre categorie e i nostri delegati per una maggiore ricomposizione della filiera produttiva e del mondo del lavoro, che proprio attraverso gli appalti viene interrotta". Oltre al contrasto al lavoro povero, ci sono in primo piano le altre politiche indicate dal 'quadrato rosso' della Cgil a Rimini, che riguardano previdenza, ammortizzatori sociali e fisco. "Sugli ammortizzatori – osserva Valfrè –, a parte l'emergenza del rifinanziamento della cassa in deroga, la proposta di riforma della Cgil sarà molto utile nel confronto con il governo sul Jobs Act. Noi chiediamo il mantenimento della cassa integrazione e un secondo strumento di ammortizzatori che riguarda il rapporto di lavoro, che non c'è oggi nel ddl del governo. Sul fisco, la nostra proposta parla di redistribuzione fiscale, che non si deve fermare agli 80 euro elargiti da Renzi, ma deve proseguire necessariamente con una patrimoniale".
"Sulla previdenza, poi, vanno eliminati gli errori della legge Fornero, a cominciare dagli esodati. Questi ultimi costituiscono una ferita aperta per Torino e negli ultimi mesi abbiamo messo in piedi una grossa mobilitazione con loro in città. La proposta unitaria di riforma delle pensioni parte proprio dalla revisione della Fornero, con la prospettiva di assicurare una pensione a chi oggi è giovane, nel contempo correggendo gli sbagli fatti in passato. È un tema assai sentito dai lavoratori, soprattutto dalle donne del pubblico impiego, che risultano quelle più penalizzate".
Infine, Valfrè ha rivolto lo sguardo all'interno della sua organizzazione. "Da una parte – ha concluso –, dobbiamo riuscire a dialogare con tutti, inclusi coloro con cui non abbiamo rapporti. Molte di queste persone sono sole e povere e perciò abbiamo l'assoluta necessità di allargare la rappresentanza. Una Camera del lavoro come la nostra deve fare esperienze aperte sul territorio, avviando progetti innovativi, come quello lanciato assieme alla Flc locale, chiamato 'Controluce', volto a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica in un quartiere alla periferia di Torino, per cercare di ricomporre il tessuto sociale, superando una povertà che è anche culturale. Dobbiamo riuscire a parlare con i giovani con i quali abbiamo difficoltà di rapporti, soprattutto quelli meno scolarizzati e più precari".
"Dentro la nostra organizzazione, dobbiamo anche fare esperienze di formazione con percorsi ad hoc per delegati fino al nostro gruppo dirigente. Un'altra delle priorità che abbiamo come Cgil è quella di difendere la contrattazione. Non mi convince affatto la possibilità, avanzata da Confindustria e Fiat, di spostare il peso della contrattazione in azienda: ciò indebolirebbe ulteriormente il mondo del lavoro, perchè delegherebbe tutta la capacità di contrattare alla produttività aziendale. Dobbiamo invece portare i lavoratori dentro il contratto nazionale e non fuori - ha concluso -. E nello stesso tempo dobbiamo incentivare la contrattazione sociale legandola al welfare integrativo".