Come capo dello Staff Presidenziale, Barack Obama ha scelto una personalità che ad alcuni dei suoi sostenitori può parere controversa.

Rahm Emanuel è un’assai navigato membro della House of Representatives. Un Chicagoan come il Presidente eletto, Emanuel ha una biografia piuttosto straordinaria. Comincia la sua carriera lavorando in un’organizzazione di difesa dei consumatori, per poi passare a ruoli di primo piano nella campagna democratica per le elezioni del Congresso nel 1988 e poi in quella per l’elezione a sindaco di Chicago del potente Richard O’Daley, figlio di un ancor più potente O’Daley, sindaco della metropoli del Midwest per decenni e capo di una delle più formidabili political machine che il paese ricordi. Nel 1992 lavora alla campagna di Bill Clinton concentrandosi nel fund-raising, che arrivò alla cifra – allora record – di 72 milioni di dollari. Fra il 1993 ed il 1998, diventa poi un assai influente consigliere del Presidente, dedicandosi a grandi progetti dal successo variabile come la nascita dell’area di libero scambio nordamericano (Nafta) e il fallito piano per l’introduzione della copertura sanitaria universale.

Tornato alla politica nel 2002 quando viene eletto al Congresso in rappresentanza dell’Illinois, Emanuel è considerato uno degli architetti della vittoria dei democratici alle elezioni parlamentari di due anni fa. Uno dei capitoli più interessanti della sua biografia è quello dei suoi legami molto stretti con Israele. Figlio di un membro dell’Irgun, un’organizzazione militare nazionalista israeliana, durante la campagna delle primarie è stato il tessitore del rapporto fra Obama e l’Aipac - American Israel Public Affairs Committee - un’assai influente organizzazione filo-israeliana formata da democratici, repubblicani e indipendenti. Nonostante il suo impegno di lungo corso per la copertura sanitaria universale e le sue posizioni molto liberal in tema di aborto, Emanuel ha una fama non solo di pragmatico ma anche di centrista. Una fama che, seppur poco visibilmente, ha scontentato più di un democratico, nell’ala del partito più fedele ad un’interpretazione letteraria e totalizzante del messaggio di cambiamento al centro della campagna presidenziale.

Obama ha dichiarato che dietro la sua scelta stanno l’urgenza dell’affrontare la crisi economica e finanziaria del paese. La scelta di Rahm Emanuel discenderebbe “dalla sua grande familiarità con le grandi sfide economiche che saranno al centro dell’azione della nuova amministrazione”. “Annuncio la sua nomina – ha continuato Obama - perché questa carica è centrale nella capacità di un presidente di realizzare l’agenda della sua amministrazione. Nessuno che io conosca è più capace di lui di portare le cose a compimento”.