“Una svolta epocale per gli Stati Uniti e che avvicina il suo sistema sanitario al modello universalista europeo e italiano. Anche per questo sarebbe davvero paradossale che in Italia con l'imminente Spending review si tagliasse la sanità pubblica a favore di quella privata”. Così il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, e il responsabile Politiche della Salute del sindacato, Stefano Cecconi, commentano il via libera della Corte Suprema degli Stati Uniti alla riforma della sanità voluta dal presidente Barack Obama.

La riforma sanitaria, affermano i due dirigenti sindacali, “rappresenta una svolta epocale per gli Stati Uniti: per mezzo secolo si era cercato, senza successo, di riformare il sistema sanitario americano. Ora la riforma estenderàl’assistenza sanitaria a milioni di cittadini fino ad oggi esclusi, ampliando la copertura dei programmi di salute pubblica. Sappiamo bene - aggiungono Lamonica e Cecconi - che la riforma è frutto di un non facile compromesso e che ha incontrato fortissime resistenze. Tuttavia non c’è dubbio che oggi la sanità Usa diventa più pubblica e un po’ più vicina al modello universalista europeo e italiano”.

Anche per questo, proseguono, “sarebbe davvero paradossale che in Italia l'imminente Spending review tagliasse la sanità pubblica a favore di quella privata quando invece bisogna investire nel servizio sanitario nazionale, pubblico e universale. Un servizio che va certamente migliorato e riqualificato, ma che resta un modello nel mondo, grazie ai principi che la nostra Costituzione, in modo lungimirante, ha stabilito per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”, concludono Lamonica e Cecconi.