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La Cgil sta provando a mobilitare tutti i lavoratori, anche i precari, sui temi del Jobs Act, ma la personalizzazione dello scontro col presidente del Consiglio “non aiuta a far passare i nostri allarmi sui temi, sui contenuti”. Così Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil, durante il filo diretto con gli ascoltatori su RadioArticolo1 (qui si può ascoltare il podcast). Il senso della manifestazione del 25 ottobre era proprio quello, unire tutto il mondo del lavoro, lo sciopero del 5 dicembre entra in quel percorso e "non sarà l'ultima tappa della mobilitazione".
“Nel Jobs Act - aggiunge Sorrentino - si dice che si vogliono favorire i contratti di solidarietà, ma nella legge di Stabilità non ci sono le coperture e questa è una contraddizione. Noi chiediamo invece di estendere le risorse per i contratti di solidarietà, sia espansivi sia difensivi, perché tutelano meglio i lavoratori e le imprese”.
Quanto all'art.18, nella legge delega “non ci sono riferimenti espliciti alle modifiche - ricorda l'esponente della Cgil - ma sappiamo che il governo immagina di legarle al contratto a tutele crescenti. C'è una tentazione molto forte di liberalizzare i licenziamenti, ricordo però che nel 2013 ce ne sono stati 920mila, a dimostrazione che in Italia già si possono fare, il resto è propaganda. L'articolo 18 rappresenta solo un principio di dignità”.
Altra critica al Jobs Act riguarda l'introduzione dei voucher in agricoltura: “Non daranno accesso all'Aspi - osserva Sorrentino - e così si indebolisce la carriera previdenziale. Per questo motivo il 29 novembre tutte le categorie del settore agroalimentare si mobiliteranno insieme. Speriamo - conclude - che tra gli emendamenti ce ne sia uno che ripristini il lavoro tramite i buoni accessori come in precedenza”.