Al massimo entro il prossimo mese di marzo, ma forse anche entro febbraio, la riforma dell'Università sarà legge. Lo ha assicurato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo a Radio anch'io.

"Credo - ha detto il ministro - che l'approvazione della riforma possa essere abbastanza rapida, tenendo conto di un dibattito che dura ormai da circa un anno e che ha visto il coinvolgimento di tutto il mondo universitario, della Crui, del Consiglio universitario nazionale, di molti esperti e anche delle forze politiche, di maggioranza e opposizione. Si tratta - ha proseguito il ministro - di una riforma importante che necessita di una ulteriore fase di approfondimento".

"Dopo la trasformazione in legge della riforma - ha aggiunto il ministro - ci saranno i regolamenti, i decreti legislativi, ma non vedo il pericolo di un allungamento eccessivo dei tempi. Credo ci siano le condizioni per rendere operativa questa riforma nell'arco di qualche mese".

Nel merito dei provvedimenti contenuti il ministro Gelmini ha assicurato che i ricercatori attuali "non verranno penalizzati". Gelmini ha spiegato infatti che "chi è entrato con un determinato modulo procede sullo stesso percorso".

"Oggi si diventa ricercatori a 37 anni - ha detto ancora il ministrto - associati in media a 44 anni e ordinari a 53 anni. Con la riforma vogliamo consentire ai ricercatori di diventare tali a 30 anni e non a 37 e questo si fa attraverso un reclutamento che cambia riducendo fortemente i tempi. Non c'è bisogno di 10 anni di precariato
per diventare riceratori. Inoltre - ha proseguito il ministro - stiamo allineando lo stipendio agli standard internazionali: oggi lo stipendio medio in ingresso di un ricercatore è di 1200-1260 euro vogliamo portarlo a 1860 euro. I soldi ci sono".

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