“La nostra Europa: unita, democratica, solidale”. Questo il titolo del l'appello promosso da una rete di organizzazioni e associazioni, sia italiane che europee, in occasione del sessantesimo anniversario della firma del Trattato di Roma, e lanciato insieme a una serie di eventi che si svolgeranno tra il 23 e il 25 marzo. “In queste date, proprio in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo, animeremo a Roma tante iniziative e saremo anche in piazza per dire che non solo un'altra Europa serve, è necessaria ed è possibile – spiega a RadioArticolo1 Fausto Durante, responsabile delle politiche internazionali della Cgil –, ma che chi vuole provare a riportare le lancette dell'orologio della storia indietro di 60 anni non ha alcuna ragione dalla sua e per questo bisogna lottare”.

 

Insomma, continua Durante, “noi stiamo con assoluta fermezza dalla parte di chi continua a credere nel progetto europeo e proprio perché continuiamo a crederci pensiamo che l'Europa debba cambiare se vuole salvarsi”. Come si salva l’Unione? Per il dirigente sindacale occorre fare due modifiche sostanziali: “La prima riguarda un cambio di approccio culturale in economia. L'Europa in questi anni si è caratterizzata per essere la principale traduttrice delle teorie neoliberiste sviluppate negli Stati Uniti d'America e che hanno dominato incontrastate il campo del pensiero economico negli ultimi 30 anni. Mai come nell'Europa della Commissione Barroso le diseguaglianze hanno raggiunto livelli così elevati, le iniquità nella distribuzione del reddito sono state così sproporzionate e le condizioni del lavoro e delle persone sono peggiorate”.

Ma per ottenere questo risultato serve anche “un pensiero e un punto di vista autonomo della sinistra europea che in questi anni si è seduta sulle rive di questo pensiero unico”. Il secondo grande cambiamento riguarda il modello di governance: “Noi abbiamo ceduto a Bruxelles sovranità in termini di politiche economiche, fiscali e monetarie ma non facciamo valere il punto di vista degli Stati. Non c'è più nessuno a livello europeo in grado di contrastare le decisioni che prende in assoluta solitudine la Commissione europea e i singoli commissari”.

Negativo il giudizio che il dirigente della Cgil dà dell’Europa a due velocità: “Bisogna che l’Europa riparta tutta insieme. Se cominciamo ad accedere a un'Europa a diverse velocità, se cominciamo a pensare che ci sono standard che valgono per alcuni e non valgono per altri e che si possono fare regole e direttive dalle quali ciascuno Stato possa decidere di tirarsi fuori, continuiamo a sbagliare l'approccio. Bisogna riprendere invece, al contrario, un processo di convergenza verso obiettivi comuni e questa convergenza, se davvero vogliamo salvare l'Europa, non può che partire da un principio e da un obiettivo: il lavoro, le condizioni materiali di vita delle persone, gli standard sociali e di welfare”.

Poi una battuta sui Trattati: “Il sistema dei Trattati, soprattutto per ciò che riguarda le ultime decisioni su fiscal compact, patto di stabilità eccetera, rappresenta una gabbia per la possibilità che l'economia europea ha di dispiegare tutta la forza di cui dispone per rispondere alla crisi. Bisogna agire e la prima cosa da fare è non rinnovare il Fiscal Compact 2017 alla sua scadenza”.

Infine, gli appuntamenti per le celebrazioni del sessantesimo anniversario della firma del Trattato di Roma. Si comincia il 13 marzo con un’iniziativa presso la Camera dei Deputati organizzata dal Comitato economico e sociale europeo e nella quale interverrà, in rappresentanza di tutti i sindacati italiani, il segretario della Cgil Susanna Camusso. Seguiranno, come detto, tante iniziative: conferenze, dibattiti e momenti seminariali.

E poi il 25 marzo, in occasione della giornata in cui si tiene il vertice, “non lasceremo le piazze di Roma alle manifestazioni dei populisti anti-europei e dei razzisti nostrani, ma partendo con la coalizione la Nostra Europa alle 11:00 da Piazza Vittorio e con la manifestazione dei federalisti sempre alle 11:00 dalla Bocca della verità, convergeremo assieme al Colosseo per celebrare l'idea che 60 anni non sono di solo fallimento, ma anche di un Europa che è riuscita a costruire standard sociali e civili elevati, garantendo la pace in un continente nel quale le guerre erano all'ordine del giorno”, conclude Durante.