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Il contratto è fermo dal 2007, ben undici anni. Una situazione ormai insostenibile per i 150 mila lavoratori della sanità privata, che oggi (martedì 25 settembre) scendono in piazza a Roma, in concomitanza con il vertice con le controparti Aris e Aiop. L'appuntamento per la manifestazione nazionale, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl dietro le parole: “Ora basta, #TempoScaduto!”, è alle ore 9.30 in largo della Sanità militare 60 (presso la sede dell'Aris). “La trattativa per il rinnovo procede troppo lentamente e va sbloccata, datori di lavoro e istituzioni facciano finalmente la loro parte: la pazienza è finita”, scrivono i sindacati. Nel mirino ci sono le controparti, Aiop e Aris, alle quali chiedono una svolta per imprimere un'accelerata al confronto.
“È ora di dire basta: quando si entra in una di queste strutture un cittadino non percepisce la differenza, ma sui lavoratori che ogni giorno contribuiscono a garantire la salute pubblica, il peso di un salario minore, minori diritti, minori opportunità di formazione, crescita e valorizzazione professionale, è tanto e non più sostenibile”, scrivono i segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio (Natale Di Cola), Cisl Fp Lazio (Roberto Chierchia) e Uil Fpl Roma e Lazio (Sandro Bernardini). Nel Lazio, ad esempio, i lavoratori della sanità privata sono 25 mila, ed erogano circa il 40 per cento delle prestazioni del Servizio sanitario regionale.
Per le categorie di Cgil, Cisl e Uil la manifestazione di oggi è anche “un’occasione per rimettere al centro quanto stiamo chiedendo alla Regione in termini di sostegno e d'intervento diretto sul sistema di accreditamento”. Nei mesi scorsi i sindacati hanno lanciato una petizione al presidente del Lazio Zingaretti, alla giunta e al Consiglio regionale per chiedere “non solo il sostegno istituzionale in Conferenza Stato-Regioni, ma, in particolare, l’impegno su un percorso certo che ridefinisca le regole e renda trasparente il sistema di accreditamento così come la gestione delle risorse”.
Per Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini “l’obiettivo di un’occupazione di qualità anche nel sistema privato, che fermi il dumping e superi il precariato, è possibile solo incrociando le due strade: un nuovo contratto nazionale che riconosca diritti e dignità ai lavoratori, e l’impegno dell’istituzione regionale a mettere regole più stringenti su gestione, organizzazione e pianificazione dei servizi nelle strutture accreditate, tenendo al centro il lavoro”.
Le foto dal presidio di Roma
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