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“Sulla nuova legge di bilancio non si sa ancora niente. È una situazione incredibile, sono tutti già in campagna elettorale. Prima di esprimere un giudizio, abbiamo bisogno di conoscere testi e tabelle della finanziaria. Di sicuro, però, parliamo di una manovra che non dà risposte ai bisogni d’investimento del Paese”. Così il segretario confederale Cgil, Vincenzo Colla, oggi ai microfoni di "Italia parla", la rubrica di RadioArticolo1.
“Sarà una manovra anemica, perché dei 20 miliardi complessivi, oltre 15 saranno destinati alla sterilizzazione dell’Iva per il 2018 – ha osservato il dirigente sindacale –. Ma anche su questo non siamo d’accordo, perché sui beni di lusso l’Iva deve rimanere applicata e quel che si risparmia va spostato sulla tenuta sociale. Il problema non è dire no a nuove tasse, ma chi le paga. Su questo, la legge non fa nulla”.
Nel frattempo, l’occupazione diventa sempre più precaria e di bassa qualità. "Su dieci assunzioni, otto sono precarie: è una cosa inedita, un trend che non può reggere a lungo – ha rilevato il sindacalista –. Oltretutto, le imprese che sono al passo con l’innovazione non hanno mai guadagnato così tanto. Mentre si sta creando una bolla di terziario povero destinata ad allargarsi e che coinvolge i lavoratori di call center, appalti, servizi, con bassi salari e senza diritti. Di fronte a tale quadro, il governo destina quel poco di risorse a disposizione per la crescita nel segno della decontribuzione e degli sgravi fiscali alle aziende che assumono giovani. Invece, Il problema è ricostruire il ceto medio del lavoro, cioè l’ossatura del Paese”.
Secondo Colla per far questo bisogna "partire dai diritti sanciti dalla Costituzione, che hanno formato la struttura del welfare". Tuttavia proprio formazione, sanità e previdenza sono i capitoli finiti sotto attacco della manovra: "È evidente che il sistema di welfare è la più grande operazione di redistribuzione di risorse. E se non si è in grado di farlo, è chiaro che anche la politica va in sofferenza, ma soprattutto va in crisi tutto il modello sociale, che poi è l’unica condizione per ripristinare quel ceto medio e ricostruire il lavoro”.
Naturalmente parlare di redistribuzione, significa anche affrontare il tema del fisco e anche di recupero dell’evasione fiscale. Ma la soluzione, per la Cgil, non può essere il "fisco a casa mia", come vorrebbe fare il Veneto dopo il referendum sulle autonomie. "Anche perché, se passa quella logica, lo Stato non c’è più e non c’è più nemmeno la politica. Le elezioni non si vincono dicendo non vi faccio pagare le tasse, oppure metto l’aliquota unica al 25%, perché è un discorso inaccettabile per i più poveri. Dobbiamo fare un’operazione di civismo, creando un fisco che redistribuisce, che riduce le diseguaglianze e che sia in grado di ricreare la coesione sociale”, ha aggiunto il segretario confederale.
Nella situazione generale italiana, rispetto alla quale la legge di stabilità non sembra dare risposte adeguate, pesano anche "i salari più bassi d’Europa, pur facendo il numero più alto di ore lavorate e di straordinari. E poi c'è un problema di produttività, di almeno 10.000 euro in meno pro capite rispetto a Germania e Francia. In questo contesto il governo puo dare tutti gli sgravi possibili, ma se le nostre infrastrutture sia materiali che immateriali non funzionano, a cominciare dal digitale, non serve parlare di industria 4.0. Dunque, il tema dei salari è collegato a un’idea di Paese, d’investimenti, di recupero del gap di produttività. È da lì che bisogna partire, se vogliamo davvero l’Italia dello sviluppo”, ha concluso Colla.
Infine, una battuta sulla sanità: “Un pilastro della nostra economia e in cui operano le più grandi aziende, con lavoratori altamente professionali e competenti e un livello d’innovazione tecnologica al top, fatto di robotica, biogenetica, con una filiera eccezionale che rischiamo di consegnare ad altri paesi, se si continua a non investire nel welfare, come il governo ha previsto da qui al 2020, quando le risorse per il sistema sanitario nazionale saranno diminuite ulteriormente”.