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Una festa del lavoro per rafforzare l'idea di pace, di solidarietà e di integrazione, affinché il Mediterraneo non sia più un cimitero, ma un ponte verso l'accoglienza per chi cerca un rifugio in Europa. Con questo spirito la Cgil insieme a Cisl e Uil celebrerà quest'anno il primo maggio a Pozzallo, cittadina siciliana in provincia di Ragusa, secondo approdo europeo per gli immigrati dopo Lampedusa.
Saremo a Pozzallo per non dimenticare le oltre 1600 persone che dall'inizio dell'anno hanno trovato la morte a pochi chilometri dalle nostre coste, e per dire con forza che l’emergenza migranti può essere affrontata solo con politiche europee comuni fondate sui valori di civiltà, umanità e accoglienza e non con programmi sbagliati come Triton.
L'Europa non può più rispondere con colpevole indifferenza, deve farsi protagonista e riempire quel vuoto che spesso è occupato da pericolose forze populiste e razziste. Sempre più spesso sentiamo parlare con troppa disinvoltura di blocchi navali, di missioni di terra, di azioni violente. Noi, invece, pensiamo che sia necessario creare un corridoio umanitario, che sottragga alla criminalità le migliaia di uomini, donne e bambini che fuggono dalla fame e dalla guerra. Per sconfiggere gli schiavisti, lo abbiamo detto più volte, è fondamentale creare un canale d’ingresso legale, aprendo nei paesi di partenza sedi in cui sia possibile chiedere asilo e raggiungere così il vecchio continente in condizioni protette.
Il primo maggio sarà anche l'occasione per ringraziare la guardia costiera, la marina militare, le forze dell'ordine, i pescatori, il personale sanitario, quei sindaci e tutti quei cittadini, che si stanno adoperando per i salvataggi in mare e per alleviare le sofferenze di chi riesce a sbarcare.
Da Pozzallo ricorderemo, inoltre, che favorire l'integrazione significa anche investire nel lavoro e nello sviluppo. Il grande tema al centro di questo primo maggio sarà, infatti, l’occupazione. Parleremo di lavoro nero, sommerso, povero, privato dei fondamentali diritti.
Il nostro impegno e la nostra quotidiana fatica è dare tutele e dignità, la dignità del lavoro, a quel 43% di giovani disoccupati che, soprattutto al sud, rischiano di perdere le loro speranze e i loro anni migliori, cercando senza trovarlo un lavoro su cui costruire la propria vita.
Allo stesso modo i nostri sforzi sono per togliere da uno vero e proprio asservimento quei lavoratori sfruttati, e sono tanti, che nelle nostre campagne, nei paesi ai margini delle città e anche nelle grandi metropoli lavorano in condizioni di sfruttamento, se non di vera e propria schiavitù.
E ancora, il nostro lavoro quotidiano è rivolto alle donne impiegate nelle serre, tra lavoro servile e ricatto sessuale, a quelle più fortunate ma non meno depauperate dai propri diritti costrette a lasciare il proprio lavoro perché incinte o pagate meno solo perché donne.
Il sindacato italiano, la Cgil, in questo Primo Maggio, come ogni giorno dell'anno, è con i lavoratori, con le donne, con i giovani, con i migranti, con i disoccupati. È con chi difende il lavoro, con chi lo cerca, con chi nel lavoro e con il lavoro costruisce il proprio futuro, la propria dignità e il proprio riscatto.
Questa è la Cgil, il luogo in cui diritti e solidarietà hanno le loro radici e la loro casa.
Al lavoro e alla lotta. Buon primo Maggio.
*Segretario generale della Cgil