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“Votare è un diritto irrinunciabile, ed è anche il modo migliore per difendere la legge sulla rappresentanza nelle pubbliche amministrazioni. Ci aspettiamo quindi che le lavoratrici e i lavoratori pubblici, come sempre, garantiscano un'alta affluenza. Sarà un segnale importante per la democrazia nei luoghi di lavoro”. A dirlo è la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, intervistata da Rassegna Sindacale nel giorno in cui si apre la tornata elettorale per il rinnovo delle Rsu per le funzioni centrali, gli enti locali, la sanità pubblica e il mondo della conoscenza. Una platea di circa tre milioni di persone chiamate alle urne da oggi fino a giovedì 19 aprile.
Rassegna Il voto arriva subito dopo le intese raggiunte per il rinnovo dei contratti in tutti i settori pubblici che danno maggiore peso al ruolo delle Rsu. Puoi farci qualche esempio?
Sorrentino In effetti queste elezioni sono particolarmente significative perché con i nuovi contratti non abbiamo semplicemente "de-brunettizzato" il mondo del lavoro pubblico, restituendo potere alla contrattazione. Abbiamo fatto anche un'operazione di decentramento delle titolarità contrattuali verso i rappresentanti sindacali, che adesso potranno contrattare sulla parte accessoria del salario, sui criteri di attribuzione delle posizioni organizzative e sul valore indennitario degli incarichi, sulla gestione dell'organizzazione del lavoro, cioè turni, reperibilità e flessibilità oraria. I delegati avranno un ruolo importante anche nei criteri di attribuzione della performance e su temi chiave come il benessere organizzativo, la formazione e la salute e sicurezza, per esempio nella prevenzione del burnout per tutti coloro che hanno un rapporto con il pubblico, così come sulla riorganizzazione delle amministrazioni e dei servizi.
Rassegna In campagna elettorale avete puntato sulle persone in carne e ossa che decidono di metterci la faccia, sulle loro storie. Come nasce questa idea?
Sorrentino Un anno e mezzo fa abbiamo iniziato a costruire il percorso che ci ha portati prima al rinnovo dei contratti e ora al rinnovo delle Rsu. Abbiamo scelto democrazia e partecipazione come temi centrali e nella campagna elettorale la parola d'ordine è stata 'Siamo valore pubblico', perché per restituire valore al lavoro nelle pubbliche amministrazioni occorre investire nelle persone che vi lavorano. Le delegate e i delegati ci mettono la faccia per testimoniare il fatto che quei luoghi sono fatti di persone e che è la qualità del loro lavoro a fare la differenza nel servizio pubblico. Se da una parte chiediamo alle amministrazioni di investire nei lavoratori per qualificare i servizi, dall'altra, come sindacato, investiamo nei delegati per qualificare la contrattazione.
Rassegna Un mondo, quello pubblico, che al contrario dei luoghi comuni avrebbe bisogno di più personale. Non è così?
Sorrentino Sì. Per questo motivo ci siamo impegnati a presentare un piano straordinario per l'occupazione dopo lo sblocco del turnover e la stabilizzazione dei precari, cioè due delle conquiste principali della recente stagione. Per noi quello che conta è migliorare le condizioni di lavoro e questo si può fare solo diminuendo i carichi di lavoro individuali che sono cresciuti molto in questi anni, e dando ai giovani l'opportunità di trovare un'occupazione stabile di qualità. Un recente dossier presentato insieme alla Fondazione Di Vittorio parla chiaro: nel prossimo futuro servirebbero almeno 500 mila nuovi lavoratori pubblici. È il numero che prendiamo a riferimento considerando quanti andranno in pensione nei prossimi cinque anni, cioè circa 450 mila persone, più il tasso di sostituzione fisiologico. Se non ci occupiamo per tempo di sostituire quel personale, assisteremo alla riduzione dei servizi oltre che al calo dell'occupazione.
Rassegna Parliamo di parità di genere. La scorsa settimana la Cgil ha riunito l'assemblea delle delegate di varie categorie per rilanciare il tema. Come siamo messi nella pubblica amministrazione? Quali sono le priorità per la Fp?
Sorrentino Siamo l'unica organizzazione sindacale che ha presentato un programma specifico sulle politiche di genere. Nelle nostre liste abbiamo tantissime lavoratrici, con professionalità diverse, per rispecchiare la fotografia della popolazione lavorativa delle pubbliche amministrazioni che sappiamo essere costituita in prevalenza da donne, soprattutto in sanità dove arrivano al 70 per cento (la media è del 56 per cento). Voglio ricordare che in questi anni la conciliazione dei tempi vita-lavoro, quando è stata fatta, ha dimostrato che buone politiche di genere innescano cambiamenti positivi in tutta l'organizzazione del lavoro. Dobbiamo investire non solo in termini di rappresentatività delle donne, ma anche con l'attenzione al ruolo che le delegate possono avere nella contrattazione, soprattutto nel costruire i percorsi di carriera che valorizzino le competenze. Oggi le donne non sono abbastanza premiate né valorizzate dalle responsabilità apicali.
Rassegna L'altro tema è la formazione sindacale, quantomai necessaria alle luce delle novità introdotte dal contratto. La Fp Cgil ha già pubblicato un'app, una sorta di cassetta per gli attrezzi per i delegati. Avete in mente qualcos'altro per aiutarli a orientarsi?
Sorrentino Abbiamo messo a disposizione online i moduli della formazione a distanza, oltre a fare formazione d'ingresso. Attraverso tutte le nostre strutture territoriali, poi, nelle ultime settimane abbiamo organizzato anche giornate d'incontro e di preparazione con i candidati, non soltanto sulla campagna elettorale, ma anche per discutere dei nuovi contratti e di quali sono gli strumenti che poi si troveranno a utilizzare in sede decentrata. In generale, abbiamo stipulato un patto con i candidati: dopo la formazione iniziale che hanno svolto in aula, oppure a distanza online, continueremo la formazione per tutti – che siano eletti o meno in questo rinnovo – sia sul contratto sia sulle politiche più generali che riguardano il lavoro pubblico, affinché ognuno possa avere un ruolo partecipativo e di attivazione della Cgil nel proprio posto di lavoro.
Rassegna Un'ultima curiosità. Come pensate di gestire l'innovazione, la tecnologia, il processo di digitalizzazione nel pubblico impiego?
Sorrentino Negli ultimi tempi stiamo firmando tantissimi accordi di smart working in attuazione della delega Madia, tanto nelle amministrazioni centrali quanto nei grandi enti locali e in particolar modo nelle Regioni, che sono organi di governo e quindi non hanno servizi in relazione diretta con l'utenza, e anche con le Camere di commercio. Dal primo monitoraggio le difficoltà che incontriamo sono più o meno le stesse dei settori privati. Se da un lato abbiamo la tecnologia a supporto della conciliazione vita-lavoro per gestire l'attività in maniera più flessibile, dall'altro riscontriamo il venir meno del lavoro collegiale, del rapporto con i colleghi del servizio, dell'ufficio, dell'équipe. Per questo abbiamo sempre chiesto di intervenire con la contrattazione collettiva, oltre che con accordi individuali; nella gestione dello smart working occorre prevenire il rischio di isolamento e in caso di reversibilità del lavoro agile, delle difficoltà al reinserimento. L'altra cosa importante è monitorare la distribuzione dei tempi di lavoro perché, sebbene esista il diritto alla disconnessione, in alcuni casi le amministrazioni pubbliche stanno estendendo il concetto di reperibilità, soprattutto per chi ha ruoli di responsabilità o coordinamento. Su questa partita stiamo iniziando già a costruire sia le piattaforme che presenteremo per i contratti decentrati che per il triennio 19-21. Il nostro obiettivo è individuare tutti gli elementi di tutela e salvaguardia per il lavoratore rispetto alla fruizione del lavoro agile. L'innovazione va contrattata e anche per questo nei nuovi contratti è tra le materie di confronto e contrattazione. La pubblica amministrazione deve innovare strumenti e organizzazione, ma il valore centrale rimane il lavoro delle persone.