PHOTO
L'assemblea dei lavoratori della Scala di Milano, che la Cgil ha organizzato per confrontarsi con i suoi iscritti sulla Carta dei diritti universali del Lavoro, “ha generato una discussione molto vivace. Anche perché è venuto fuori qualche elemento di ritardo del sindacato sottolineato dai lavoratori. E' stata una discussione figlia del nostro tempo, che ci dice una volta di più che abbiamo ragione a voler riscrivere delle regole generali del lavoro. E infatti l'assemblea, alla fine, han condiviso il nostro progetto”. A dirlo, ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1, è stata Elena Lattuada, segretario generale della Cgil Lombardia.
Il mondo del teatro, tra l'altro, è proprio uno di quei contesti complessi a cui la Carta dei diritti guarda con maggiore attenzione, perché racchiude moltissime professionalità e rapporti di lavoro diversi. “Inoltre alla Scala la presenza della Cgil è forte - ha continuato Lattuada -. L'ultimo sciopero, lo scorso novembre, ha catturato l'attenzione della cronaca nazionale in occasione della prima della ballerino Roberto Bolle. In quell'occasione rivendicavamo l'urgenza di una revisione dell'organico, e oggi le cose si sono risolte solo in parte. Sicuramente sono state costruite le condizioni per un accordo, ma stiamo ancora aspettando l'ok definitivo rispetto all'organico. Siamo di fronte a una fondazione sottoposta a vincoli di carattere legislativo, e restiamo in attesa di una risposta definitiva dal ministero della Cultura e dal ministero dell'Economia. Anche nell'assemblea di stamattina, però, i lavoratori hanno confermato la loro volontà di conquistare che gli permettano di vivere con relativa tranquillità”.
Intanto si avvicina la scadenza del 19 marzo, quando si concluderà la consultazione straordinaria della Cgil sulla Carta dei diritti. Ma quello che il sindacato sta vivendo è un momento importante, secondo il segretario generale della Lombardia, “perché si discute con i lavoratori di questioni di carattere generale. Si prova a fare il punto su dove siamo, del perché di questa proposta, e di quali siano le sue potenzialità e suoi i rischi. Aver fatto questa scelta, insomma, ci permette di restare in ascolto, in tutti i luoghi di lavoro. Andiamo nelle imprese ogni giorno, ma per parlare del rinnovo dei contratti o delle vertenze, in questo modo invece alziamo un po' lo sguardo e cerchiamo di connettere i problemi di tutti i giorni con una prospettiva più ampia. Credo che questo sia il motivo che ha spinto la Cgil a promuovere questa consultazione straordinaria. E mi pare di poter dire che questa volontà è stata colta positivamente dai lavoratori. Perché solo ricostruendo un nesso forte tra i luoghi di lavoro, il territorio e la proposta dell'organizzazione è possibile costruire insieme il presente e il futuro del lavoro in Italia”.
Elena Lattuada ha anche criticato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, perché “è andato ovunque tranne che a visitare un'assemblea dei lavoratori in lotta”. Eppure, ha concluso il segretario Cgil, “questa provocazione andrebbe estesa a tanti parlamentari. Dovrebbero provare ad ascoltare i lavoratori, provare a vivere le tante contraddizioni che ci sono in questo paese. Sarebbe la cosa migliore per chiunque pensi di poter rappresentare gli interessi di tutti. Perché il paese è fatto di queste persone in carne e ossa, ed è singolare che nessuno abbia mai pensato di andare davanti a una fabbrica in lotta ad ascoltare quelle parole, a cercare di capire le ragioni dei lavoratori. Noi invece davanti alle fabbriche ci andiamo. È questo il grande vantaggio che ha un'organizzazione sindacale di rappresentanza come la Cgil.”