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Combattere per la difesa dei diritti sociali fondamentali in Europa. E' questo l'obiettivo che si prefigge la Ces, la confederazione europea dei sindacati, nel suo XIII congresso in corso a Parigi. “Mobilitazione solidale per i lavori di qualità, diritti dei lavoratori e società equa in Europa", questo lo slogan del congresso, che verde la partecipazione dei delegati delle 90 organizzazioni sindacali nazionali di 39 paesi europei e 10 federazioni sindacali di settore aderenti. Il dibattito durerà fino al 2 ottobre, e segue quello tenutosi ad Atene nel 2011.
L'assemblea è chiamata a eleggere la nuova segreteria e i nuovi organismi, a partire dal segretario generale della confederazione. Il candidato italiano Luca Visentini, attuale segretario confederale, è designato alla successione di Bernadette Ségol, che lascia la carica dopo 4 anni di leadership.
“Dal mio punto di vista – ha detto Visentini – ci sono due priorità per la Ces. La prima è la crisi economica, la necessità di battere le politiche di austerità, di potenziare gli investimenti, i salari, le relazioni industriali, la nostra capacità di influenzare questi processi”.“La seconda grande emergenza sono ovviamente i rifugiati, la tragedia che è in corso – prosegue Visentini – e su questo fronte come sindacato europeo dobbiamo ulteriormente potenziare la nostra azione e batterci per più solidarietà in Europa."
“Quando parlo con i sindacati spesso sento dire che l'Unione europea è neoliberale, che l'Unione Europea è una porta aperta ai deregolatori. Forse in passato è stato vero. L'Unione europea spesso ha condotto una politica neoliberale. Non perché l'Unione europea sia neoliberale in sé, ma perché noi, sindacati, partiti, sinistra intera, abbiamo sottovalutato troppo a lungo l'importanza dell'Europa, i dibattiti sull'Europa, le decisioni prese nelle istituzioni europee”. Lo ha detto Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo nel corso del suo intervento. “Le cose devono cambiare – ha concluso - e i sindacati, che rappresentano 50 milioni di lavoratori, hanno un ruolo fondamentale in tutto ciò. Ma se si vuole cambiare davvero la politica europea, occorre cambiare anche le maggioranze politiche”.
”Dietro i sindacalisti presenti in questa sala – ha aggiunto il segretario uscente Bernadette Ségol – ci sono milioni di uomini e donne che hanno un quotidiano spesso molto duro, molto difficile. Che lavorano in condizioni precarie con degli stipendi molto bassi e che aspettano un benessere, un meglio sociale. In questa sala ci sono anche coloro che vogliono che la disoccupazione possa cessare e che i giovani possano trovare un lavoro. Questi uomini vogliono che il loro futuro sia aperto, sereno. Noi qui vogliamo che nessuno sia escluso”.
Poi la Parola è passata a Francois Hollande, presidente francese
. “Sono qui – ha detto - per rendere omaggio ai 60 milioni di aderenti alla Ces, e per ricordare che il diritto sindacale è stato strappato, conquistato, e che se a volte durante lo scorso secolo ci sono stati progressi è stato possibile grazie alle lotte che sono state portate avanti. Alle lotte al lavoro dei sindacalisti. ovunque in Europa e nel mondo”.
“L'Europa sono le istituzioni – ha affermato il premier francese -, vale a dire gli organi che devono prendere delle decisioni: il Consiglio europeo, i consigli dei ministri, il parlamento. Ma l'Europa è anche fatta dai protagonisti economici e sociali. E non può andare avanti, se non si tiene conto che l'Europa è dei cittadini che voi rappresentate". “L'Europa - ha quindi concluso - è anche composta da normative, salvaguardie, tutele, istituzioni sociali. Per questo siete siete voi che dovete far avanzare questa Europa”