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Un palazzo, la storia di tutti. Lo slogan scelto dalla Cgil di Foggia per pubblicizzare i lavori di ristrutturazione della sede della Camera del lavoro restituisce l’importanza di un edificio che ha attraversato trasversalmente il ‘900, simbolo della storia e delle lotte del movimento dei lavoratori che si sono sovrapposte e spesso sono coincise con quelle più ampie per la democrazia, lo sviluppo economico e sociale in questa terra. Anche se la posa della prima pietra avviene il 13 novembre 1938, in pieno fascismo. A presenziare è l’onorevole Franco Angelici, presidente della Confederazione fascista dei lavoratori dell'agricoltura. Accompagnato dal segretario federale e dall'autorità locale, Angelici tiene prima un comizio nel vicino Teatro “Umberto Giordano”, poi si reca al Piano delle Fosse –modalità tipica di conservazione del grano in profonde buche scavate sotto il livello stradale – per assolvere al cerimoniale. Si chiamerà Casa del contadino e il progetto prevede, oltre agli uffici, un ambulatorio medico, servizi igienico-sanitari, dormitori e refettori dotati di cucine per i lavoratori provenienti dai comuni più distanti e costretti a sostare lì, soprattutto nel periodo della mietitura. I lavori di esecuzione si concludono nell'arco di un anno.
Il primo dicembre 1940 lo stabile viene inaugurato dal consigliere nazionale Vincenzo Lai, presidente confederale dei Lavoratori dell'agricoltura e membro del Gran Consiglio del fascismo. La struttura originaria ha vita breve: nel luglio del 1943, i bombardamenti che si abbattono sulle città italiane a Foggia distruggono un terzo delle abitazioni, fanno crollare una delle due ali del palazzo. Viene meno il prospetto principale che affacciava su Piazza Piano della Croce, dove all’ingresso campeggiavano le statue raffiguranti un lavoratore della terra intento nella semina.
Nei mesi dell’occupazione tedesca il palazzo viene requisito come dormitorio dalle truppe della Wehrmacht, nelle stesse stanze dove dormiranno successivamente le truppe angloamericane che liberano il Sud del paese avanzando dalla Sicilia. Dopo il 1945 e la Liberazione dal nazifascismo l’edificio – così come avviene in tutto il Paese – viene assegnato alla Cgil quale risarcimento per le persecuzioni e le confische dei beni subite dal regime fascista e diventa simbolo delle lotte dei lavoratori, in primis quelli della terra. Quella che era la Casa del contadino nella vulgata popolare diventa Palazzo dei contadini. Ancora oggi in città è indicato così soprattutto dai più anziani.
Il taglio del nastro per la fine dei lavori di ristrutturazione, che sarà affidato al segretario generale Susanna Camusso, coincide con due importanti anniversari: il 115° di fondazione della Camera del lavoro e il 60° della scomparsa di Giuseppe Di Vittorio. Le stanze di via della Repubblica, il nome che prenderà l’arteria cittadina dove oggi sorge l’ingresso principale della Camera del lavoro, hanno visto attraversare figure importanti della storia sindacale e politica: non solo Peppino, il bracciante autodidatta che seppe guidare l’emancipazione delle masse di diseredati della terra, ma anche Carmine Cannelonga, Michele Magno, Pietro Carmeno, Pasquale Panico.
Un intervento necessario che riporta a decoro e funzionalità una struttura che mostrava tutti i suoi 77 anni di vita. “Abbiamo sostenuto un impegno di spesa importante perché vogliamo che questa sede – spiega il segretario generale della Cgil di Foggia, Maurizio Carmeno – diventi sempre più patrimonio della comunità. Abbiamo previsto un auditorium di circa 100 posti che sarà a disposizione della città, delle associazioni, per iniziative o come luogo di aggregazione. Ovviamente i lavori permetteranno di offrire un servizio migliore anche ai nostri iscritti e ai cittadini che si rivolgono al nostro sistema servizi”. Per sostenere l’importante impegno di spesa la Camera del lavoro di Foggia ha anche avviato una raccolta fondi, veicolata attraverso la pagina web cameralavoro.cgilfoggia.it, dove sono illustrati gli interventi di recupero con una galleria fotografica sulla storia del palazzo e i rendering dell’opera a lavori ultimati. Dalla stessa pagina sarà possibile effettuare le donazioni attraverso il sistema sicuro paypal o con carta di credito. (L.S.)