PALERMO - “Cultura, legalità, innovazione, accoglienza, salute. Abbiamo scelto i temi in cui l’incrocio tra lavoro e diritti è segnato da molte sofferenze. Da qui rilanciamo le nostre priorità per i prossimi mesi, a partire dalla definizione del contratto che vogliamo ottenere entro l’anno”. Così la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino spiega il senso delle Giornate nazionali dei servizi pubblici che si sono svolte a Palermo. A lei abbiamo chiesto un bilancio, partendo però dall’attualità. La notizia del violento nubifragio che ha devastato Livorno, lasciando dietro di sé morti e feriti, riporta all’ordine del giorno la gestione delle emergenze – se così possiamo definire incendi e alluvioni – e la mancata prevenzione.

Sorrentino Siamo vicini alle famiglie delle vittime e agli operatori intervenuti tempestivamente, nonostante in queste ore siano impegnati su più fronti d’emergenza. Resta sullo sfondo il tema delle emergenze, dal terremoto dell’Aquila in poi: manca uno strumento che ordina l’intervento. Per questo chiediamo da tempo una legge quadro strutturale. Un paese in cui gli eventi calamitosi sono ripetitivi e costanti, non può giudicare come emergenze un terremoto o un’alluvione. Ciò che funziona è l’abnegazione dei lavoratori che, a prescindere dalle disfunzioni organizzative e la mancanza di mezzi e risorse, mettono in campo la solita professionalità. La legge quadro ci darebbe invece la possibilità di favorire la programmazione e di fare chiarezza su ruoli e funzioni della catena di comando e intervento, evitando sovrapposizioni. Da anni chiediamo ai vari governi di discutere la proposta di un unico sistema di protezione civile, che orienti l'azione soprattutto per la prevenzione. Sembra una cosa banale, ma è necessaria.

Rassegna Torniamo alle Giornate dei servizi pubblici. Puoi farci un bilancio della kermesse?

Sorrentino Oltre a essere un momento di partecipazione per le iscritte e gli iscritti alla Funzione pubblica, è stata l’occasione per rilanciare l’agenda sindacale dei prossimi mesi e per orientare alcune nostre scelte politiche. Innanzitutto, la decisione di organizzarle a Palermo, capitale della cultura per il 2018, ci ha dato la possibilità di affrontare l'esigenza di rivedere le strategie nazionali sulle politiche per la  cultura. Poi, questa è una città che accoglie e, a differenza di ciò che accade a livello nazionale – penso ai recenti adeguamenti che tendono a restringere le politiche di accoglienza – qui le istituzioni locali si sono dimostrate più aperte e sperimentano modelli d’integrazione. E infine, ci ricolleghiamo alla scelta della Cgil di convocare un’assemblea generale tematica sul Mezzogiorno a Lecce, prima delle Giornate del lavoro, guardando al ruolo dei servizi pubblici per il rilancio del sud.

Rassegna Un altro tema al centro della kermesse, e non poteva essere altrimenti qui in Sicilia, è stato quello della legalità...

Sorrentino Sì, abbiamo ribadito la richiesta di correggere la normativa sui beni confiscati alle mafie, eredità di Pio La Torre. Mentre assistiamo al fallimento programmato delle politiche di valorizzazione dei beni pubblici e comuni, l’urgenza è riaprire una discussione che altrimenti rischia di esaurirsi semplicemente nell’approvazione del codice antimafia, dimenticando il valore politico della legge Rognoni-La Torre. Penso alle confische importanti nelle ultime settimane che riguardano aziende sanitarie siciliane: se si determina l’impossibilità di rimettere a valore il lavoro, diamo un messaggio devastante in un contesto in cui la sofferenza occupazionale è alta.

Rassegna Nei vari dibattiti si è parlato molto di una politica che guarda solo alle scadenze elettorali, senza una visione di lungo termine. Qual è il tuo giudizio sul governo Gentiloni?

Sorrentino L’esecutivo attuale ha riaperto il dialogo sociale deflettendo in parte il conflitto  sociale. Però, se parliamo di prospettive, manca una programmazione, una pianificazione, una strategia di lungo periodo. Forse il governo è condizionato dalla breve durata, ma sembra che come al solito gli interventi in campo guardino solo all’immediato. Quindi, se da un lato è positiva la riapertura del dialogo sociale, dall’altro rimane il tema fondamentale che interroga questo paese e che è anche alla base del nostro Piano del lavoro, ossia definire una strategia che non si limiti a traghettarci fuori dalla crisi, ma guardi alla sua ricostruzione nell'innovazione e nel benessere.

Rassegna Parliamo del contratto. A che punto siamo?

Sorrentino Per quanto riguarda il lavoro pubblico, registriamo l’unico punto in cui siamo arrivati a un accordo sindacale – quello del 30 novembre scorso – che ha sancito alcuni punti per noi fondamentali e ci consente di guardare al rinnovo dopo otto anni di blocco. È un modello alternativo rispetto ad altri sistemi di relazioni industriali: torniamo alla ricontrattualizzazione del rapporto di lavoro superando la Brunetta, lasciamo alle spalle le politiche punitive degli anni scorsi e apriamo uno spazio per nuove relazioni sindacali. Nella discussione generale di Cgil, Cisl e Uil con i datori di lavoro, ci candidiamo a essere un’esperienza di innovazione che fa della partecipazione una scelta fondamentale. Un altro punto importante è la questione salariale: il contratto nazionale resta l’autorità, senza scambi con il welfare che viene vincolato all'implementazione dei servizi pubblici. E poi si parla per la prima volta di benessere organizzativo, qualità dei servizi, organizzazione del lavoro: significa dare una prospettiva ai delegati e aprire una stagione in cui siamo in grado di intervenire sulla qualità dei processi. Penso che questo sia il punto più alto dell’innovazione, insieme alla battaglia vinta insieme alla Cgil per lo sblocco del turn-over.

Rassegna Puoi farci una previsione sui tempi del rinnovo?

Sorrentino Tecnicamente il tavolo è partito, abbiamo ridotto i contratti da undici a quattro che è già un passo verso la riduzione delle disparità di trattamento, ma l'ambizione è estendere e accrescere tutele a partire dagli istituti del rapporto di lavoro e dalla contrattazione decentrata. Ci proponiamo di concludere la tornata dei rinnovi entro l’anno per consultare subito i lavoratori e portare a regime il contratto nel 2018; ma vogliamo garantire che i primi effetti degli incrementi salariali arrivino entro l’anno. Anche se, ripeto, manca un progetto di lungo periodo per potenziare alcuni settori come la sanità e la rete delle emergenze, i servizi alle persone per i quali continueremo la nostra battaglia su risorse e occupazione.

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Le foto della kermesse, S.Caleo