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Il futuro del nostro Paese, il futuro dell’Europa, il congresso della Cgil prossimo venturo, il rapporto tra la sinistra e il sindacato. Questi, gli argomenti trattati da Morena Piccinini, presidente Inca, oggi ai microfoni di Italia Parla, la rubrica quotidiana di RadioArticolo1. “Per quanto riguarda l’Italia, si percepisce il progressivo rallentamento della nostra economia – ha esordito la dirigente sindacale –. Il comportamento dei mercati risente del clima politico incerto, e chi deve investire magari preferisce andare da un’altra parte. Ci sono molti capitali che si stanno spostando all’estero. E sottovalutare tutto questo è un grosso errore”.
“Passando all’Europa, siamo in un momento indubbiamente difficile e c’è un pericolo crescente di disgregazione del sogno europeo, dal lato politico e sociale. L’accordo sulla brexit ha accresciuto le preoccupazioni dei tantissimi italiani che vivono e lavorano in Gran Bretagna, perché loro, al pari di tutti gli stranieri residenti, si rendono conto di non essere più in un paese aperto alla dimensione Ue, e quel voto espresso un anno fa è un voto di separazione che non dà forza a nessuno. D’altronde, il lento declino dell’Europa è iniziato nel 2005, come ha giustamente ricordato ieri Romano Prodi nella sua intervista a Lucia Annunziata, quando prima la Francia e poi l’Olanda hanno detto no al trattato costituzionale. E da allora, la politica non è stata più in grado di produrre nessuna idea unificante, ma progressivamente si è abbandonata a prepotenze, paure e chiusure dei singoli stati. Per le forze sociali, si tratta di un passaggio pericoloso, perché sono proprio le prime ad aver bisogno di un’idea di Europa sociale, del lavoro, edella libertà delle persone”, ha continuato la sindacalista.
“Sul fronte congressuale Cgil, spero che si stemperi la tensione delle settimane scorse e che si possa passare alla fase costruttiva del nuovo quadro dirigenziale, che va a concretizzare il documento che abbiamo portato al congresso. Mi auguro che la confederazione continui a muoversi all’insegna del pluralismo e della collegialità, a tutti i livelli, nazionale, territoriale e di categoria, che costituiscono la vita della nostra organizzazione, anche perché noi siamo organismi di rappresentanza. Ragion per cui, ogni segretario eletto dovrà avere un riconoscimento da parte dei lavoratori, e dei pensionati, in quanto è esponente di una struttura che ha dietro di sé una moltitudine di persone, iscritte alla Cgil”, ha proseguito Piccinini.
"Sul rapporto tra il mondo del lavoro e la sinistra politica, rispondo che la Cgil non ha bisogno di tirare la volata a nessuno. Nel senso che abbiamo un programma che consideriamo di sinistra, nel senso che riassume in sé i valori del lavoro e della dignità del lavoro e che mettiamo a disposizione delle forze sane della sinistra e del Paese. Valori che la sinistra dovrebbe rifare suoi propri e che non sono certo rappresentati da leggi come il Jobs Act”, ha concluso la presidente.