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Nei paesi in via di sviluppo sono circa 150 milioni i bambini tra i 5 e i 14 anni costretti al lavoro minorile, pari al 16% di quella fascia d'età. Una percentuale che sale addirittura al 25, dunque uno su quattro, per i luoghi più poveri del mondo. In Asia Meridionale si contano 77 milioni di bambini lavoratori; in Pakistan l'88% dei minori tra i 7 e i 14 anni non va a scuola, lavora; in Bangladesh il 48%, in India il 40 e in Sri Lanka il 10.
Lo affermano i dati diffusi dall'Unicef in occasione del 12 giugno, Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Se n'è parlato durante le Giornate del lavoro della Cgil iniziate oggi a Firenze, dove è stato proiettato il film “Iqbal: bambini senza paura”, lungometraggio dedicato al bimbo-simbolo della lotta dei piccoli produttori di tappeti in Pakistan.
“È innanzitutto una grande giornata di civiltà che ci riconduce a pensare che i bambini devono per prima cosa poter giocare e le bambine devono poter studiare. Ricordiamo Malala, vittima esattamente dell’idea del dedicarsi al lavoro, del vietare - in fondo - una vita gioiosa ai bambini e alle bambine che ne hanno assolutamente diritto", così Susanna Camusso in un'intervista rilasciata a RadioArticolo1.
“Pensavamo che fosse un tema scomparso almeno nel mondo europeo, in realtà, come abbiamo più volte denunciato, anche in Italia succede – ha detto il leader della Cgil –. Un nostro documentario intitolato 'Terra nera', che filma il cambiamento delle condizioni dei braccianti, riprende tantissimi minori in procinto di andare a lavorare nei campi e ci dice che c’è ancora moltissimo da fare. Bisogna tradurre questa giornata, il 12 giugno, non solo in un momento di ricordo e di pensiero rivolto a tanti altri Paesi ma anche di iniziativa sul nostro territorio perché ciò non accada mantenendo quello sguardo mondiale che la giornata ci induce”.