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“Un attacco alle persone che lavorano e al sindacato”. Così Luca Fiorini, 52 anni, delegato Filctem Cgil nella Rsu della multinazionale della chimica LyondellBasell di Ferrara, espulso lunedì 4 gennaio dall’azienda con la motivazione di “violenza sul posto di lavoro” (secondo l’accusa, avrebbe spintonato un dirigente nel corso di una trattativa), commenta il proprio licenziamento in un’intervista sul quotidiano Il Manifesto: “Non ho mai visto un comportamento simile, neanche negli anni più cupi della crisi. L’unico modo in cui posso spiegarmelo è la volontà di applicare il modello nordamericano di azienda, d’altronde la Basell è in mano a fondi statunitensi: niente sindacato, decidono tutto i dirigenti, e interpretano loro stessi i tuoi bisogni. Non puoi dire la tua, devi solo ringraziare perché ti pagano a fine mese. Con il sorriso stampato sulle labbra, sempre e comunque”.
È cambiata l’idea stessa di contrattazione, argomenta Fiorini. “Non si accetta più – spiega – che il sindacato possa portare un punto di vista sulle scelte tecniche e organizzative di impresa, e che possa rappresentare i dipendenti. Io sono stato licenziato proprio mentre discutevamo, senza riuscire a metterci d’accordo, su una clausola di salvaguardia per gli esuberi: secondo noi il lavoratore deve poter accedere a tutte le posizioni aperte, pur di conservare il posto, mentre la Basell vuole conservarsi la possibilità di concedere o no il ricollocamento a sua discrezione, a seconda che pensi che il profilo dell’addetto in esubero c’entri o no con la nuova eventuale postazione”. Proprio per dimostrare “muscolarmente” che il licenziamento deve essere libero, continua l’esponente sindacale, poche settimane prima “hanno dato il benservito a due lavoratrici: la nostra protesta li ha obbligati a revocare la misura, e hanno dovuto trovare per loro un posto consono, mentre all’inizio avevano proposto un contratto a termine con una perdita netta di livello. È la dimostrazione che la nostra clausola è sensata, e che si può applicare: ma questa sconfitta deve aver bruciato nel momento in cui chiedevamo di metterla nero su bianco nell’integrativo”.
Per quanto concerne l’episodio, Fiorini ribadisce che non vi è stata alcuna aggressione e che la verità emergerà in sede giudiziaria. “Eravamo da due giorni in trattativa, ci hanno dato degli ‘inaffidabili’ e ‘irresponsabili’, ci hanno accusato di voler far perdere tempo a loro e ai loro avvocati, mentre noi cercavamo di far passare la clausola che può salvare dei posti di lavoro” ricostruisce il delegato sindacale. “A quel punto mi sono alzato, per rispondere che gli irresponsabili erano loro, se licenziano delle persone come hanno fatto con le due lavoratrici” conclude Fiorini: “C’è stato un contatto con uno dei capi, l’avrò toccato con una mano, ma lui ha alzato le mani come se lo stesse attaccando chissà chi. Ha la corporatura il doppio della mia, anche volendo non avrei mai potuto fargli perdere l’equilibrio”.