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Dopo tre anni di dura vertenza per impedire la perdita di un presidio industriale fondamentale per il territorio e nonostante le pesanti vicende giudiziarie del management e della proprietà che hanno portato ad un passo dalla chiusura, la Trafomec è salva. E lo è grazie ai pesanti sacrifici che i lavoratori hanno dovuto accettare per restituire una prospettiva all'azienda e ampliare il più possibile il riassorbimento occupazionale.
Venerdì 28 marzo si è tenuta un'affollata assemblea con oltre 200 dipendenti della Trafomec di Tavernelle e della Eurotrafo di Fabro. Con sei astenuti ed un contrario è stato approvata l'intesa raggiunta al tavolo istituto presso la Regione Umbria, alla presenza dell'assessore alle Attività produttive Vincenzo Riommi, dalle organizzazioni sindacali, Fiom Cgil, Fim Cisl e Ugl metalmeccanici e dalla Rsu con l'azienda.
L'intesa prevede l'accorpamento dei due stabilimenti esistenti nel sito di Tavernelle, che assumerà, come previsto dal piano industriale, una valenza strategica per la multinazionale Trafomec nel mondo, con un ruolo centrale nella produzione della gamma più alta di trasformatori per il mercato globale. I sindacati hanno ottenuto inoltre la garanzia che il piano industriale escluda qualsiasi ipotesi di “spezzatino finanziario” (Tavernelle resterà saldamente all'interno del gruppo multinazionale).
A Tavernelle verranno dunque riassunti 120 dipendenti a tempo indeterminato (dagli attuali 190, ma erano 270 nel 2011 ripartiti in tre stabilimenti), mentre per il personale già dichiarato in esubero a Fabro e a Tavernelle, verrà attivata la procedura di mobilità che si concluderà entro il mese di maggio con un incentivo all'esodo a sostegno del reddito. Per il personale riassunto sarà garantito come minimo il terzo livello del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici per gli operai e il “quinto S” per gli impiegati.
Ciò nonostante, come sottolinea la Rsu, le riduzioni dei salari post riassorbimento saranno pesanti, con il rischio di azzeramento per la storia professionale di moltissimi dipendenti. A partire dal mese di maggio si avvierà poi una trattativa aziendale tra Rsu e management per la contrattazione di secondo livello, che avrà come obiettivo quello di definire l'organizzazione del lavoro, il mansionario aziendale e il salario integrativo.
L'accordo prevede inoltre che i lavoratori dichiarati in esubero che vogliano aprire un'attività imprenditoriale (non concorrenziale), anche a supporto della Trafomec stessa, potranno contare su un sostegno economico. Verranno anche attivati percorsi di uscita per evitare il problema degli esodati.
Infine, l'accordo impegna Trafomec a sviluppare un progetto di formazione professionale rivolto ai giovani studenti del territorio, con successivo sbocco lavorativo all'interno del gruppo industriale, anche attraverso esperienze all'estero nel circuito della multinazionale.
“E' difficile essere soddisfatti per un accordo che non è riuscito a salvare tutti i posti di lavoro – commenta Simone Pampanelli, segretario della Fiom Cgil di Perugia – tuttavia in questi due anni e mezzo l'impegno e il sacrificio dei lavoratori, con il sostegno delle organizzazioni sindacali e il supporto indispensabile della Regione dell'Umbria, ha permesso di non disperdere le straordinarie potenzialità che nel territorio di Tavernelle si sono sviluppate nel settore della costruzione di trasformatori. Da oggi – continua Pampanelli – saremo ancora più determinati a creare, anche attraverso questo accordo, un piccolo distretto industriale capace di dare prospettiva ad un territorio che ne ha fortemente bisogno. Per quanto riguarda l'azienda – conclude il segretario Fiom – pretenderemo solide garanzie sulla prospettiva industriale, con un'immediata rivalutazione delle professionalità presenti all'interno dell'azienda”.
“Al termine di tre anni pesantissimi – spiega Leonardo Guazzeroni, operaio ed Rsu Fiom della Trafomec - con il nostro voto abbiamo messo fine ad una vicenda che purtroppo non ha mai avuto risvolti industriali chiari e di prospettiva futura. Inoltre, la grande solidarietà tra lavoratori dimostrata con l'accettazione del taglio dei salari, ha allargato notevolmente il numero di dipendenti riassorbibili all'interno della nuova società”.
“Va anche detto – aggiunge il delegato - che questa operazione di 'risanamento' generale viene fatta a distanza di 10 anni dalla pesantissima crisi del 2003 e questo ritardo storico ha appesantito e acuito i problemi che la società si portava dietro ormai da moltissimi anni, mascherati spesso da una gestione industriale estremamente disinvolta”.