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Giornata decisiva per la vertenza Froneri. L’azienda di Parma, partecipata da Nestlè ed Eskigel, ha finora confermato l’intenzione di dismettere lo stabilimento e procedere a 120 licenziamenti (112 nella città emiliana, otto a Milano), pur avendo firmato il 26 luglio scorso un verbale nel quale negava ogni intervento. Una chiusura a soluzioni alternative che oggi (giovedì 26 ottobre) si cercherà di scardinare, con l’incontro previsto a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, cui partecipano governo, azienda e sindacati. In occasione dell’incontro si tiene anche un presidio dei lavoratori organizzato da Fai, Flai e Uila.
Nell’ultimo vertice del 23 ottobre scorso a Parma (il precedente si era tenuto il 12 ottobre), la Froneri ha fatto muro alle richieste sindacali. “L’incontro – ha affermato Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, al termine del tavolo – ha dato esito negativo per la chiusura dell’azienda a qualsiasi proposta di sindacati e Rsu di modifica del piano industriale e di un piano sociale che preveda il ricorso agli ammortizzatori sociali e alla ricollocazione del personale”. Un atteggiamento, prosegue Macchiesi, che si situa “al di fuori delle tradizioni degli accordi sindacali del settore e in linea con le peggiori logiche padronali”.
Il gruppo Froneri (joint-venture costituita dalle società Nestlé e R&R Ice Cream, specializzato nel settore del lattiero-caseario refrigerato e nella produzione di gelati e surgelati) ha motivato la decisione con la “necessità di rendere sostenibile il business in Italia” e con specifiche “inefficienze produttive (ndr. dell’impianto di Parma) su cui non è possibile intervenire”. Il gruppo ha tre stabilimenti: in quelli di Parma e di Ferentino (Frosinone) si realizzano prodotti a marchio Antica Gelateria del Corso e Motta, mentre in quello di Terni si lavora, per conto di Eskigel, sulla grande distribuzione (Froneri è il principale produttore in Italia di gelati “private label”, ossia i gelati che il consumatore conosce attraverso i marchi dei distributori). Nel mondo è presente in più di 20 Paesi e impiega circa 12.500 lavoratori.
Nell’incontro odierno i sindacati solleciteranno l’azienda a recedere dalla decisione. “Ci auguriamo – conclude il segretario nazionale Flai Cgil – che anche le associazioni imprenditoriali del settore riflettano su comportamenti e atteggiamenti che introducono elementi di concorrenza sleale, in una corsa al ribasso delle condizioni di lavoro che poco hanno a che vedere con le produzioni di qualità del settore del food nel nostro Paese”.
In una nota ufficiale, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil di Parma hanno definito “inaccettabile” la scelta dell’azienda. “Nonostante i dichiarati investimenti in altri siti del gruppo, Froneri ha ribadito la non volontà di garantire un piano sociale per i lavoratori coinvolti che preveda la cassa integrazione straordinaria” hanno scritto: “Tutti licenziati e subito, visto che l'idea è cedere l'area industriale senza dipendenti”. Per i sindacati, conclude la nota, serve “un vero piano sociale e occorre lavorare per una riconversione industriale del sito di Parma”.