Matteo Renzi, intervenendo all’evento “Italia, Europa: una risposta al terrore” che si è tenuto nella Sala degli Orazi e dei Curiazi dei Musei Capitolini, ha annunciato che proporrà di posticipare al 2017 i tagli all’Ires, per poter reinvestire tali risorse in sicurezza e cultura. “Per ogni euro in più investito sulla sicurezza ci deve essere un euro in più investito sulla cultura … La risposta non può essere solo securitaria”.
Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “E’ inaccettabile dover sempre rincorrere uscite estemporanee di Renzi. Quella di stasera è l’ennesima dichiarazione spot del Premier, della quale non si conoscono i contenuti reali, ma con cui si lanciano messaggi mediatici che assomigliano troppo a trovate elettorali più che a un intervento credibile. Quella che lui chiama “legge di umanità” a noi sembra la più becera delle campagne elettorali: non è questo il modo di investire sul futuro dei giovani, sulla loro formazione, sulla loro cultura.”
Dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete studenti medi: “ Oltre a questo nuovo annuncio-spot il senato la scorsa notte ha approvato un emendamento all’interno della legge di stabilità che, ancora una volta, mette in discussione il ruolo della scuola pubblica e contraddice le precedenti dichiarazioni del governo. Ripetiamo da anni che continuare a finanziare le scuole paritarie evidenzia un abbandono ed un disinvestimento politico nel sistema di istruzione pubblico. Non si tratta di portare avanti muri ideologici, come afferma il sottosegretario Toccafondi, ma di valorizzare e mettere nella posizione di adempiere al ruolo che la scuola pubblica italiana ha, come viene garantito dalla Costituzione. Non accettiamo l’incremento del finanziamento di quasi 25 milioni di euro annui, è necessario tornare a finanziare le scuole pubbliche.”
Concludono Dionisio e Irone: “Dare un bonus di 500 euro ai giovani, dando solo indicazioni molto vaghe su come questi possono essere spesi, non è cultura: i giovani hanno bisogno di fondi strutturali per poter usufruire di servizi, non di regali una tantum. Parlare di 50 milioni investiti nel diritto alla studio come di soluzione al problema degli idonei non beneficiari, quando ne servirebbero 200, va oltre ogni decenza. Con queste misure annunciate si sposteranno teoricamente 2 miliardi di euro di una finanziaria che sembrava intoccabile, destinarne solo 50 milioni alle borse di studio, senza programmazione né cognizione del fabbisogno reale, ha il sapore di una beffa. L’unica cosa che condividiamo delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio è che alla violenza e al terrore si risponde solo con la cultura: peccato che le sue dichiarazioni dimostrino proprio come il governo italiano non solo non sia disposto ad investirci realmente, ma anzi la utilizzi come strumento per ricevere consenso, strumentalizzando ogni vicenda possibile.”