Unione degli Universitari e Rete degli studenti medi organizzano per venerdì 17 novembre, giornata internazionale dello studente, dalle ore 14 alle 15 una conferenza stampa presso la sala Caduti di Nassirya del Senato per denunciare “il grave stato di sottofinanziamento dell’istruzione pubblica” nel nostro paese. “Analizzeremo la situazione dell’istruzione pubblica in Italia – spiegano le due organizzazioni – e presenteremo le nostre proposte, anche quelle relative a questa legge di bilancio. Scuola e università sono in rosso, e gli studenti anche, non si può più aspettare”.
“Venerdì mattina scenderemo nelle piazze e durante tutta la giornata proseguiranno iniziative e mobilitazioni in tutta Italia con lo slogan 'Scuola e università in rosso'”, spiega la coordinatrice nazionale dell’Udu Elisa Marchetti: “Lo Stato in questi anni di crisi economica ha tagliato l’istruzione più che qualsiasi altro settore pubblico. L’Italia investe il 7,1% del Pil in istruzione, ultimi tra i paesi più sviluppati: la media Ocse è infatti al 11,3%. I costi per sostenere i percorsi di studio sono elevatissimi, l’abbandono scolastico è ancora troppo alto e crescono i numeri chiusi che impediscono agli studenti di accedere all’università. Siamo stanchi di manovre spot e bonus una tantum, serve invertire la rotta sui finanziamenti in modo drastico, se vogliamo un’istruzione realmente accessibile”.
Per Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi, “dalla scuola e dall’università ci aspettiamo formazione di qualità e non sfruttamento. Ancora una volta, il governo continua nel reiterare errori sul tema dell’alternanza scuola lavoro, resa obbligatoria tre anni fa senza garantire a tutti percorsi di qualità e diritti. L’unico investimento in legge di bilancio sono gli sgravi per le aziende che assumono gli studenti ospitati in alternanza, rendendo ore di didattica politiche attive per il lavoro. Piuttosto bisogna investire sulla formazione dei docenti, garantire la qualità e la gratuità dei percorsi e applicare finalmente una Carta dei diritti degli studenti in alternanza. Ci aspettiamo un paese che dia prospettive al nostro futuro. I più alti titoli di studio non vengono valorizzati nel mondo del lavoro, la disoccupazione giovanile cresce e la politica ancora una volta corre al riparo con manovre caotiche e isteriche per creare occupazione. Se continuiamo così saremo ancora condannati ad anni di impieghi precari. Servono investimenti pubblici perché la formazione crei occupabilità per tutte e tutti i futuri lavoratori del domani, perché vogliamo costruire il nostro futuro nel paese che ci ha formato senza essere costretti a fuggire all’estero”.