"È innegabile come dopo molti anni l’istruzione trovi notevole spazio nel principale provvedimento economico e di bilancio dello Stato, con aspetti, tuttavia, non sempre positivi". A scriverlo in una nota congiunta sono l'Udu (Unione degli Universitari) e la Rete degli Studenti medi.
Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Per molto tempo ci si è interrogati su come il Governo intendesse occuparsi del mondo accademico, ora abbiamo un quadro sicuramente più chiaro: all’interno della legge di stabilità, è contenuta quella che per Renzi è la “Buona Università”. In questo modo, Renzi, ha evitato di aprire in un momento così delicato un confronto su quella che poteva essere una Riforma assai spinosa e complessa. Infatti, siamo ancora in attesa che venga riconvocato il tavolo di confronto tra il MIUR e le rappresentanze studentesche. Intanto ha presentato una serie di interventi, con qualche luce e molte ombre, che se approvati inciderebbero pesantemente sull’attuale sistema universitario.”
Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi, commenta: “Il quadro sulla scuola espresso dai capitoli di spesa evidenziati continua nel percorso tracciato dalla Legge 107. Si parte dal grande assente di questa legge di bilancio, ovvero il diritto allo studio scolastico sul quale ormai risulta anche inutile qualsiasi discussione sulla delega in bianco su questo argomento che il governo potrebbe mettere in campo. Senza una definizione dei livelli essenziali dei servizi da garantire agli studenti in difficoltà, senza la messa in campo di un fondo per il diritto allo studio che risulta la migliore arma contro la dispersione scolastica, si fa perdere di senso e di efficacia anche a tutto il resto dell’impianto della legge di bilancio, a partire dalle superborse, al percorso di Industria 4.0 di innalzamento delle competenze degli studenti per rispondere al nuovo mercato del lavoro.”
Concludono Marchetti e Manfreda: “Chiediamo a questo Governo di far sì che il disegno di legge finanziaria presentato sia solo un punto di partenza: è necessario infatti intervenire e correggere tutte le criticità che presenta, in modo da evitare di sprecare ancora una volta l’occasione. Il primo passo deve essere l’eliminazione di ogni misura spot presente, dai 500€ ai neodiciottenni alle “Superborse”: tutti i fondi previsti per tali misure, che troppo spesso assomigliano a mance, devono essere dirottati sui fondi per il diritto allo studio e su misure che rappresentino davvero un investimento strutturale e complessivi nell’accesso e nella valorizzazione della cultura. Chiediamo al Governo di ripartire dall’ascolto degli studenti. Vogliamo un #cambiodiprospettiva .”