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Cronica mancanza di personale, orari di lavoro pressanti, turni di reperibilità insostenibili. Per i 1.600 dipendenti di E-Distribuzione della Sicilia, società del gruppo Enel, la misura è ormai colma, dopo quasi un anno di lamentele e denunce. Da qui la decisione di proclamare un pacchetto di otto ore di sciopero, dopo l’ennesimo tentativo di conciliazione (il 25 gennaio scorso) esperito assieme alla Prefettura di Palermo, andato fallito. Le prime quattro di stop sono previste per oggi (martedì 13 febbraio), le restanti quattro sono in programma per lunedì 12 marzo. L’astensione dal lavoro coinvolge circa 50 siti produttivi, saranno comunque garantiti i servizi essenziali. In occasione dello sciopero si tengono anche manifestazioni in tutte le sedi per sensibilizzare cittadini e azienda.
Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil denunciano “la carenza cronica di personale, determinata da un modello organizzativo che impone ai dipendenti eccessive e prolungate prestazioni lavorative e insostenibili turni di reperibilità in violazione alle norme”. I sindacati rimarcano che “le mancate risposte di E-Distribuzione hanno determinato un forte malessere tra tutti i lavoratori, che in occasione delle assemblee svolte in tutti i posti di lavoro, ampiamente partecipate, hanno espresso l’insostenibile e pressante condizione del lavoro”.
Il tentativo di conciliazione esperito il 25 gennaio scorso presso la Prefettura di Palermo “non ha sortito alcun risultato: l’azienda non ha voluto ricercare alcuna soluzione né dare risposte, anche parziali, determinando la rottura delle relazioni industriali”. Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil chiedono all’azienda “risposte vere e concrete, coprendo i posti vacanti e procedendo con assunzioni per garantire la qualità del servizio e tutelare i lavoratori sottoposti a turni pressanti”.
Il segretario generale della Filctem Sicilia Giuseppe D'Aquila, e il responsabile regionale per il settore Francesco Sperlinga, evidenziano di denunciare “da tempo la situazione, ma ci siamo trovati davanti al muro dell'arroganza dell'azienda che ci ha obbligati alla mobilitazione”. Per i dirigenti sindacali “servirebbero almeno 100 nuove unità tra operai e impiegati, rivedendo l'organizzazione del lavoro in modo tale che i carichi siano sostenibili e non eccessivi come quelli attuali, nel rispetto delle norme e dei diritti dei lavoratori”.