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"Vogliono chiuderci la bocca!" è lo slogan lanciato dalla Filcams Cgil nazionale in occasione dello sciopero unitario del turismo in programma per venerdì 16 maggio. In diverse città italiane, le lavoratrici e i lavoratori dei pubblici esercizi scenderanno in piazza per protestare contro il comportamento di Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi associata a Confcommercio) che ha comunicato il recesso dal contratto nazionale a partire dal primo gennaio 2015. Al loro fianco ci saranno anche i lavoratori degli alberghi e dei tour operators di Confindustria, delle agenzie di viaggio di Fiavet, e quelli di Confesercenti, in attesa da più di un anno del rinnovo del contratto.
Tante le iniziative nei territori. A Milano si terrà un corteo per le vie del centro con partenza dalla sede di Confcommercio - corso Venezia 47 - alle 9.30 e flash mob in piazza della scala intorno alle 11.15. Iniziative anche a Cremona, Lodi e Bergamo. A Roma appuntamento a Piazza della Repubblica a partire dalle 9.30 per un presidio movimentato. In Emilia Romagna, iniziative a Bologna, davanti al Mc Donald's del centro commerciale delle Piazze, e a Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. A Cesenatico è stato organizzato un sit-in che raggruppa i territori di Rimini, Cesena, Forlì, Ravenna, Ferrara ed Imola. Iniziative anche a Firenze, Venezia, Torino.
“Un settore importante quello del turismo - afferma Cristian Sesena della Filcams Cgil - che troppo spesso è stato sottovalutato. Un settore strategico che potrebbe essere fondamentale per il rilancio dell’economia italiana visto il grande patrimonio artistico, paesaggistico e culturale del paese. Ma la mancanza di un piano di sviluppo da parte delle istituzioni, e la contemporanea crisi economica, stanno mettendo in grave difficoltà il comparto. Urge un deciso intervento della politica alla vigilia, tra l'altro, di un appuntamento così importante come Expo 2015”.
Gli addetti del turismo oscillano tra i 900mila e il milione e 300 mila a causa della forte stagionalità, ossia la concentrazione in periodi predefiniti (l'estate in primis) della maggior parte dei viaggi e delle vacanze. Il 2013 è stato l’anno più difficile, le imprese sono sempre più instabili, e il lavoro più elastico: a tempo determinato, parziale, stagionale, sotto forma di stage, fino a diventare “a chiamata”; l’incertezza e l’aleatorietà dal mercato si è trasferita alle imprese, e da queste al lavoro.
“Il recesso dal contratto nazionale di Fipe ha rappresentato un atto gravissimo solo in parte mitigato dallo spostamento della sua efficacia dal 1 maggio al 31 dicembre 2014”, prosegue Sesena: "Siamo pronti a risederci al tavolo, ma non per affrontare una discussione unicamente incentrata sulla eliminazione di tutele e diritti. La controparte ora più che mai deve dimostrare responsabilità. Il settore, per recuperare produttività ha bisogno di formazione, investimenti e qualità del servizio al cliente, tutti elementi che non possono prescindere dalla valorizzazione delle professionalità dei lavoratori".
Lo sciopero sarà anche l’occasione per rilanciare la mobilitazione globale, #FastFoodGlobal, delle lavoratrici e dei lavoratori dei fast food, che il 15 maggio, in tutto il mondo, hanno protestato contro i bassi salari e le pessime condizioni di lavoro. In Italia questi addetti sono circa 500mila, per la maggior parte part time, e non per scelta, con un paga oraria inferiore agli 8 euro lordi, e turni disarticolati. La Filcams, per questo motivo, ha lanciato nei giorni scorsi una campagna di comunicazione e informazione denominata "Faccia a Faccia con la realtà", e il blog fastgeneration.it dove diversi lavoratori hanno già iniziato a raccontare le loro storie ed esperienze lavorative.