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Grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero per il rinnovo del contratto del turismo proclamato per oggi, 16 maggio, da Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Affollati presidi - riferisce una nota della Filcams Cgil - si sono tenuti in diverse località italiane.
A Roma in Piazza della Repubblica quasi mille persone si sono date appuntamento per protestare contro Confindustria, Confesercenti, Fiavet e Fipe Confcommercio che in diversi modi stanno ostacolando la sigla dei rispettivi accordi.
A Milano un corteo ha percorso le strade della città e si è concluso a Piazza della Scala. Presidi anche a Firenze e Torino, Bologna e Cesenatico. A Venezia flash mob all'aeroporto Marco Polo. Adesioni significative anche in altre città: a Padova, dove hanno aderito allo sciopero il 95% dei lavoratori Sarni e l’80 di Airest; a Parma con un adesione quasi dell’80% sia per Autogrill che McDonald's; a Cremona dove il presidio davanti l’Autogrill è stato preso d’assalto dai lavoratori e anche dai giornalisti.
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L'iniziativa di mobilitazione si è collocata in continuità con lo sciopero globale dei fast food tenutosi ieri in 33 paesi del mondo, alla quale la Filcams ha aderito oggi, con iniziative targate #fastgeneration, la campagna di informazione e comunicazione per le lavoratrici e i lavoratori dei fast food (www.fastgeneration.it). A Milano un partecipatissimo flash mob dei lavoratori dei fast food.
"Stiamo parlando di un milione di lavoratori che operano in uno dei settori più strategici ed economicamente rilevanti del paese, quello dell'accoglienza e dell'ospitalità eppure alla vigilia di Expo 2015 il Governo continua a non spendere una parola su questa tormentata vicenda", afferma Cristian Sesena della Filcams Cgil Nazionale. La situazione più grave è quella determinatasi al tavolo di Fipe Confcommercio che ha disdettato il contratto del Turismo.
"Siamo determinati a riprendere il negoziato con tutti e a cercare tutte le strade possibili per arrivare a soluzioni condivise. Se però le controparti continueranno a chiedere solamente tagli a salari e a diritti, la mobilitazione continuerà. In Italia è ora di investire sul lavoro perché solo dal lavoro può nascere altro lavoro", conclude Sesena.