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Presidio di Cgil, Cisl e Uil oggi (martedì 26 luglio) a Roma in difesa della democrazia e dei diritti umani in Turchia. L'appuntamento è in piazza San Martino della Battaglia (angolo via Palestro), nei pressi dell'ambasciata turca, alle ore 17.30. "La Cgil - si legge in una nota - condanna fermamente l'aggravarsi della situazione in Turchia, dove in seguito al tentativo di colpo di stato la già avviata torsione autoritaria sta raggiungendo livelli non tollerabili in assoluto, e a maggior ragione per un paese che aspira a far parte dell'Unione Europea".
Le libertà fondamentali dei cittadini, scrive il sindacato, sono "colpite con forza. Repressione, epurazioni e regolamenti di conti interni stanno minando lo stato di diritto, ed è gravissima la sospensione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che, tra l'altro, respinge la pena di morte". Inoltre, sottolinea la Confederazione, questa "deriva antidemocratica aggrava la situazione dei rifugiati in Turchia, territorio che non può essere considerato sicuro per chi necessita di protezione. Per questo chiediamo all'Unione europea di porre fine all'accordo sui migranti in atto con questo paese, e agli Stati membri di accelerare il reinsediamento dei rifugiati in virtù di un sistema di asilo comune migliorato".
La Cgil, si afferma in conclusione nella nota, esprime "la sua preoccupazione e si associa alle richieste della Confederazione europea dei sindacati: Commissione europea e Consiglio reagiscano con una condanna esplicita e prevedano tutte le misure necessarie, compresa la sospensione del processo di adesione, in caso di violazione dei valori fondamentali dell'Unione Europea".
Alla manifestazione partecipano anche le delegazioni di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola. Con la loro presenza le tre sigle sindacali intendono “esprimere solidarietà alle migliaia di insegnanti e docenti universitari turchi sospesi e vittime di azioni restrittive della libertà da parte del governo”. Intendono, inoltre, manifestare una “vibrata protesta contro la repressione in atto in Turchia, anche se legittimata dal fallito colpo di stato, con la richiesta esplicita di ripristinare e rispettare la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e le libertà fondamentali, soprattutto per le donne turche”. Al presidio ha aderito, infine, anche la Rete della Pace, che ha lanciato una petizione online.