Chiedete in giro cos'è il Ttip, in pochi vi risponderanno. Eppure dietro a questo strano nome si celano decisioni che riguardano tutti, c'è la salute alimentare, l'idea di una economia assoggettata alle multinazionali. “Per questo siamo nel pieno della campagna nazionale ed europea contro il Ttip”, spiega a rassegna.it Fausto Durante, responsabile del Segretariato Europa Cgil: “L'opinione pubblica non sa nulla dei negoziati svolti in segretezza, né conosce gli argomenti sul tavolo. Con la nostra mobilitazione, giorno dopo giorno aumentano attenzione e consapevolezza”.

Il riferimento è a sabato 18 aprile, Giornata mondiale contro i trattati di libero scambio (qui tutti gli appuntamenti in Italia). L'appello così recita: “Fermare le trattative sulla liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti e promuovere un'economia che serva allo sviluppo dei popoli e del pianeta”.

Per la Cgil l'impegno su questo fronte è massimo. “Siamo dentro a questa campagna e ci batteremo sino alla fine per ottenere risultati”, sottolinea ancora Durante ricordando che alla vigilia di quella Giornata mondiale, dunque venerdì 17 aprile, la confederazione terrà un importante seminario nella sede nazionale di Corso d'Italia a Roma proprio per rilanciare le proposte del Comitato Stop Tttip.

“Solo in questa settimana - prosegue - abbiamo in programma cinquanta iniziative, tra cui quelle di Napoli, Milano, Roma, Cagliari, Salerno, Verona e via dicendo. In tutto siamo arrivati a circa duemila momenti d'incontro nelle grandi città e nei piccoli comuni, protagonisti semplici cittadini o associazioni che decidono di mettersi insieme. Stiamo provando a vincere la scommessa e ci accorgiamo che, al di là delle strane sigle, questi argomenti davvero coinvolgono le persone”.

Ma cosa accadrebbe se il Ttip fosse approvato? “Per dirne una - sottolinea l'esponente della Cgil - verrebbero meno le precauzioni sulla sicurezza alimentare oggi previste dall'Unione europea e in poco tempo il mercato sarebbe invaso da prodotti ogm con estrogeni e ormoni. Negli Stati Uniti quel principio non c'è, da noi è esattamente il contrario: la salubrità del cibo deve essere dimostrata dai produttori, è una garanzia che bisogna mantenere”.

A favore troviamo il mainstream europeo, le grandi imprese multinazionali e alcuni governi tra cui quello italiano. La Germania è più prudente. In Francia, invece, l'attenzione alla sicurezza del cibo è forte e si registra anche una netta opposizione alla deregolamentazione che il Ttip introdurrebbe sulle questioni dei diritti d'autore.

“Tra i contrari - sottolinea Durante - troviamo un vasto schieramento: abbiamo tutti i sindacati e molte associazioni del mondo agricolo, le ong, una grande parte della società civile. È una divisione netta: da una parte il primato dell'impresa e gli affari degli azionisti, dall'altra le ragioni del lavoro, della qualità, di un modello di sviluppo che non sia fondato sulle regole del mercato”.

Due le richieste della Cgil. La prima al Parlamento Ue affinché si pronunci contro la ratifica del Ttip in un voto da mettere in calendario a metà maggio: “Chiederemo a tutti i parlamentari di dire pubblicamente, prima del voto, come la pensano”. La seconda: “Nel caso in cui ci sia un voto senza grande maggioranza da una parte o dall'altra, rilanceremo la richiesta che ha già fatto Ces insieme al sindacato americano: sospendere il negoziato e riprenderlo su nuove basi per coinvolgere i cittadini”. (mm)