“L'articolo 18 non dovrebbe essere abolito, ma solo adeguato. È indubbio che vada lasciato per tutti i licenziamenti discriminatori. Negli altri casi, siano essi economici, disciplinari, si potrebbe prevedere che sia il magistrato a decidere se vi deve essere il reintegro o un indennizzo monetario per il lavoratore. Insomma, una normativa simile a quella applicata in Germania”. Lo dice Tiziano Treu, intervistato dal Quotidiano nazionale.
Secondo l’ex ministro del Lavoro del governo Prodi la Cgil “sbaglia” a fare muro sull’articolo 18, “anche se capisco che per il segretario Camusso sia difficile superare il veto della parte più estrema della confederazione” e Cisl e Uil “anche loro sono contro la cancellazione tout court, ma hanno il problema di accettare di intervenire sull'articolo 18 lasciando alla Cgil la possibilità di proclamarsi come l'unica a difendere la norma”. “Non è facile, ma bisognerà uscirne perché non c'è alternativa – conclude Treu –. Tutte le parti sociali devono capirlo. Il governo dei tecnici e dei professori, invece, deve dimostrare di avere la capacità politica per costruire una riforma che sia condivisa dalle parti sociali”.
Treu, modello tedesco per l’articolo 18
19 marzo 2012 • 00:00