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La formazione sindacale in Trentino. Questo, il tema della nuova puntata di ‘Quadrato rosso. La formazione va in rete’, la trasmissione di RadioArticolo1, e di ‘Conoscenza & organizzazione’, la rubrica di Rassegna Sindacale. it. L’istituto preposto si chiama Lares (laboratorio di relazioni sindacali), la cui responsabile è Silvia Bruno: “Ci chiamiamo così, perchè le relazioni sindacali ci fanno pensare a una maggior vicinanza con il mondo del lavoro, ed è chiaro ed esaustivo il messaggio che la nostra formazione contiene”.
Lares è una struttura di Cgil, Cisl, Uil e associazioni imprenditoriali del territorio, nata nel 2012, che in soli quattro anni è cresciuta in modo esponenziale. “Da poche centinaia, i partecipanti sono diventati oggi più di 1.400 – afferma Bruno –, mentre i corsi sono strutturati in una cinquantina all’anno, così come le ore di formazione si vanno stabilizzando. Il nostro progetto formativo ha una triplice vocazione: uno sguardo europeo, che comprende tutti gli aspetti a più ampio respiro; una dimensione nazionale, perché il Jobs Act, ad esempio, nel 2015 ha condizionato enormemente la nostra attività, avendo lavorato per un anno sui decreti attuativi della legge; un profilo locale, in quanto su alcune questioni del lavoro il nostro territorio differisce dal resto d’Italia, e tutta una serie di situazioni che altrove sono poco importanti, da noi invece lo sono. In sostanza, cerchiamo di seguire le diverse dinamiche che caratterizzano il lavoro di un sindacalista della nostra provincia”.
“Il Trentino è un pezzo d’Italia con una forte vocazione europea – spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione della Cgil nazionale –. E le pratiche di discussione, confronto e apertura al dialogo sono una cosa normale da quelle parti. Lares è una denominazione appropriata, perché il sindacato della provincia autonoma è coinvolto in prima persona nella gestione del territorio, dove il modello di relazioni ha alla base un’impostazione solida, oltrechè unitaria”.
Andrea Grosselli è il segretario della Cgil trentina che si occupa di formazione. “Chiediamo alle aziende d’investire sempre più sul capitale umano, così come sollecitiamo i servizi pubblici per l’impiego di lavorare sempre più sulla formazione personalizzata. Storicamente, in Trentino, il tema della formazione delle risorse umane è un fattore determinante per creare maggior sviluppo a livello locale. Perciò, abbiamo deciso d’investire in collaborazione con la pubblica amministrazione, su un progetto che parta dalla qualificazione del sindacato e dei delegati, con l’obiettivo di migliorare la condizione dei dipendenti pubblici”.
Per quanto riguarda i docenti, l’apparato cui fa riferimento la Cgil trentina è soggetto a periodici aggiornamenti ed è formato da un centinaio di persone che toccano le più svariate discipline. “Operiamo con tutti gli atenei italiani – precisa Bruno –: da noi arrivano professori e studiosi da tutte le regioni. Nel contempo, ci muoviamo in un contesto internazionale con università straniere. Inoltre, sono fondamentali le competenze di sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, ma anche di avvocati, consulenti ed esperti che provengono dalla realtà aziendale. Assai importante è anche il lavoro che svolgiamo in collaborazione con istituti come Ilo ed Etui, il centro studi di formazione e ricerca della Ces, oltrechè con le commissioni di studiosi create da sigle quali l’Ig Metall”.
Docenti della Cgil nazionale partecipano al progetto Lares. “Ovviamente – rileva Pelucchi –, siamo interessati a interagire con loro: fanno parte della rete con cui vogliamo lavorare nel rispetto delle reciproche autonomie, e da cui abbiamo tutto da imparare. In quei territori fare il sindacalista è normale, e quindi è naturale che le strutture sindacali promuovano la loro scuola formativa per aumentare le proprie competenze. La formazione è un’esigenza per un sindacalista. Nelle Rsu eleggiamo delegati che spesso non hanno gli strumenti nè le capacità tecniche. Trovare tempi e modi affinché le persone elette prendano possesso delle conoscenze tecniche e facciano bene la loro attività di sindacalista è una cosa enorme e positiva”.
“Facciamo scelte assai definite rispetto ai temi – sottolinea Grosselli –. Cerchiamo partnership di livello, anche internazionale, al fine di avere una formazione sempre più aggiornata e qualificata, riuscendo a volte anche ad anticipare questioni del lavoro. Di recente, abbiamo dedicato un seminario alla sharing economist, tema di grande attualità. Nel nostro piccolo, cerchiamo di diventare protagonisti del dialogo sociale, attraverso un pacchetto di ore di formazione obbligatoria e corsi di formazione permanente. Pensiamo che la formazione sia un diritto per ogni sindacalista, una sorta di cassetta degli attrezzi che permetta loro di stare al passo con i tempi, e nel contempo uno strumento in più per ampliare la partecipazione del sindacato”.
Nicoletta Mascaro, della Fisac nazionale, è uno dei tanti dirigenti sindacali che ha partecipato ai corsi Lares. “Li frequento dal 2012, sono diventati indispensabili per il mio lavoro e la mia preparazione. Come categoria, ci abbiamo creduto tanto fin da subito, e abbiamo destinato, io e alcuni miei colleghi, parecchie ore della nostra disponibilità. A fianco di corsi specifici, come la lettura della busta paga, la tassazione del premio di risultato, il Jobs Act, vi sono anche lezioni incentrate più sulle politiche locali. Nel mio essere sindacalista, quei corsi sono stati utilissimi, soprattutto nel mio interfaccia con gli iscritti. Ad esempio, capitano persone che mi chiedono delucidazioni sull’analisi di bilancio, sulla conciliazione. Sempre in ambito Lares, ho poi partecipato a un gruppo di lavoro su conflitto e innovazione, su contrattazione collettiva e relazioni industriali, sul welfare, tutte cose che sono il pane quotidiano per un sindacalista”.