“Comprendiamo le difficoltà degli enti locali trentini che in questa difficile fase di recessione si trovano a dover fare i conti con i tagli imposti dal Governo anche al Trentino. Ma non è possibile che la stretta ai bilanci pubblici si traduca in aumenti delle tariffe su servizi essenziali per chi lavora e quindi produce reddito. Su asili nido e trasporto pubblico bisogna investire, magari rendendo più efficiente la spesa, e non si può agire solo sul lato della compartecipazione, scaricando la generale riduzione delle risorse disponibili sulle spalle delle famiglie che utilizzano questi servizi". Così Paolo Burli, segretario generale della Cgil trentina.
"In questo senso – prosegue il dirigente sindacale –, stride l'inerzia con cui i municipi stanno avvicinandosi all'avvio della gestione associata di alcuni servizi. Quello dell'accentramento dentro la comunità di valle di alcune funzioni è un elemento essenziale della riforma istituzionale, in grado di produrre risparmi sensibili, di migliorare l'efficienza dei servizi coinvolti e di qualificare anche il lavoro di chi opera all'interno degli enti locali. Non è solo una questione di ristrettezze di risorse, ma anche di garantire servizi pubblici ai cittadini e alle imprese al massimo grado di efficienza. Non capire tutto questo, vuol dire solo essere fuori dal mondo. Oggi, chi difende il campanile, non fa davvero più l'interesse dei suoi cittadini".
Trentino: Cgil, no aumenti tariffe servizi essenziali
10 ottobre 2012 • 00:00