Francesca Botto sale sul palco per la prima volta, da poco tempo ha conosciuto la Cgil da quando la sua azienda ha aperto una procedura di mobilità. Lavora presso il porto di Genova, per una società di logistica portuale, che ha dichiarato gli esuberi e il trasferimento di una parte dell’azienda a Trieste. Tanta disperazione e poche possibilità per il futuro. Cosa fare, dove cercare lavoro visto che sono tante le aziende in crisi a Genova. “La nostra dignità è crollata”, dice dal palco. Grazie all’aiuto della Cgil, fino a quel momento sconosciuta, i lavoratori sono riusciti ad ottenere la cassa integrazione. “È importante che la Cgil continui a stare vicino alle piccole realtà, che rischiano di rimanere in ombra rispetto alle grandi vertenze, la piazza deve dare voce ai lavoratori.”

Non va meglio nel settore edile in Piemonte, come racconta Giuseppe Fregnan della società Co.ge.Fa.: prima la cassa integrazione ordinaria, poi la straordinaria, e più di 40 esuberi attualmente. Cosi come un’altra società la Rossi spa una delle più grandi aziende torinesi con altre sedi in Italia, da diversi anni in estrema difficoltà. “L’articolo 1 della costituzione afferma che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, ma mi chiedo se il nostro governo se ne ricorda, visto che ha varato una riforma che non parla di lavoro”. Secondo Giuseppe, “c’è bisogno di avviare progetti concreti, opere realizzabili, che aumentino l’occupazione. E bisogna farlo subito”.

“Ognuno ha le sue responsabilità, e le istituzioni devono farsene carico” è il grido di Alessandro Gabanotto Delegato della Vinyls di Venezia, che da circa tre anni lotta insieme ai suoi colleghi per far rispettare i propri diritti. L’azienda è in crisi, ma l’attivazione delle corrette procedure a sostegno dei dipendenti viene ostacolata da comportamenti e dinamiche quanto meno contestabili. Ma nessuno ascolta. “E ci costringono a gesti estremi, a salire sulla campanile di Piazza San Marco. Lo stato ci sta togliendo l’identità e la dignità”.