“Il trasporto pubblico locale rischia il tracollo e 2.000 persone, anche del settore privato, potrebbero presto trovarsi senza lavoro”: a lanciare l’allarme è il segretario generale della Filt Cgil siciliana, Franco Spanò. “Con il taglio del 20 per cento delle risorse previsto al bilancio regionale – aggiunge – falliranno molte aziende pubbliche, ci sarà un’ulteriore precarizzazione nelle aziende private, i bilanci dei comuni saranno appesantiti e diventerà impossibile gestire i servizi nelle città. Le conseguenze sull’occupazione saranno drammatiche e in questo quadro le speculazioni sono dietro l’angolo”.
Il sindacato ha già chiesto al governo regionale l’immediata apertura di un confronto che porti a un piano di riordino del trasporto pubblico locale, per razionalizzare il sistema, migliorare la mobilità e assicurare l’occupazione. Finora però non ha ottenuto risposta.
L’esempio più drammatico della crisi dei trasporti locali è l’Azienda siciliana trasporti (Ast), della quale si rischia lo smantellamento e la redistribuzione delle linee. La Filt punta il dito contro la regione che, con i tagli e con i ritardi nei pagamenti, rende i servizi non più organizzabili. Ma anche l’azienda, secondo la Filt, ha le sue responsabilità, dovute in particolare a una gestione approssimativa e alla mancanza di un piano industriale credibile. “L’Ast deve continuare a essere considerata strategica nell’ambito del sistema dei trasporti in Sicilia – afferma Spanò – . Il rischio altrimenti è che vada disperso un immenso patrimonio”.
Trasporto pubblico: Sicilia, a rischio 2mila posti
16 febbraio 2012 • 00:00