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Giornata di protesta oggi (martedì 14 gennaio) nel settore del trasporto aereo. Scioperano a livello nazionale i dipendenti delle compagnie aeree Easyjet e Air Italy, oltre che gli operatori dell’Enav e di alcune aziende di handling (come Aviation Service e Consulta). L’astensione dal lavoro è stata confermata da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta al termine dell’incontro di venerdì 10 gennaio scorso a Roma, presso il ministero delle Infrastrutture, poiché “il settore è attraversato da tempo da pesantissime crisi e inefficienze di sistema per mancanza delle iniziative necessarie da parte di questo e del precedente governo, che stiamo reiteratamente chiedendo”.
Lo stop inizialmente doveva essere di 24 ore, è stato poi ridotto a quattro (dalle 13 alle 17) da un’ordinanza della ministra Paola De Micheli. “Una grave limitazione della libertà di sciopero, che è lo strumento estremo in democrazia cui i lavoratori ricorrono quando sono minacciati da sfruttamento, crisi o licenziamenti”, hanno commentato i sindacati, rilevando che “il governo, da una parte, non dà gli strumenti necessari per le tutele dei lavoratori e dell’occupazione del settore, dall'altra, impedisce ai lavoratori di scioperare. Non è ciò che ci aspetteremmo da un esecutivo che, come più volte ha dichiarato, dice di essere dalla parte dei lavoratori più deboli”.
Tornando alle motivazioni dell’astensione dal lavoro, le quattro organizzazioni sindacali sollecitano “l’avvio del tavolo presso il ministero per la definizione di regole che mettano fine al dumping contrattuale e alla competizione selvaggia tra le imprese dei servizi di terra e tra i vettori”. Una misura necessaria “anche per creare le condizioni che sostengano il rilancio e lo sviluppo delle imprese e dei vettori italiani, tra i quali Alitalia e Air Italy, per i quali chiediamo urgente convocazione di una sede di confronto istituzionale”.
A questo si è aggiunta la “gravissima” decisione di stralciare dal decreto milleproroghe il finanziamento del Fondo di solidarietà del trasporto aereo, necessario “a salvaguardare il reddito di migliaia di famiglie coinvolte nelle turbolenze violente cui è soggetto in Italia il settore”. Turbolenze che, rimarcano i sindacati, rendono necessaria anche “una legge che introduca il contratto nazionale di settore come riferimento minimo retributivo e normativo per tutti coloro che operano negli aeroporti italiani. Nella conversione del decreto in discussione è dunque improrogabile che queste due misure siano recuperate a tutela dei lavoratori e della sana concorrenza”.
Per quanto riguarda l’Ente nazionale per l’assistenza al volo (Enav), società per azioni che opera come fornitore in esclusiva di servizi alla navigazione aerea civile nello spazio aereo italiano, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta ritengono “dirimente fare chiarezza sull’applicazione del piano industriale e sul rispetto degli accordi, oltre a un radicale cambio di passo nelle relazioni industriali”.