"Il rischio concreto di fallimento delle aziende del trasporto pubblico locale della Campania, testimoniato da una esposizione debitoria di oltre un miliardo, può determinare un attivismo economico incontrollato della criminalità organizzata. L’eventuale affidamento, successivo al fallimento, potrebbe non trovare nelle aziende campane la liquidità necessaria ad acquisire il servizio. Tale condizione è aggravata dalla crisi economica in atto e dalla stessa dimensione delle aziende, quasi tutte al di sotto dei 15 dipendenti. In questo contesto, l’unica organizzazione che ha grandi disponibilità e ingenti somme di denaro è la criminalità". A lanciare il grido d'allarme, sono i segretari generali di Cgil e Filt della Campania, Franco Tavella e Mario Salsano.
“La camorra – affermano i due sindacalisti –, attraverso prestanome, può assumere di fatto il monopolio del sistema regionale dei trasporti. Si verrebbe così a determinare un salto di qualità della criminalità organizzata, replicando di fatto ciò che è già avvenuto nel settore dei rifiuti. A fronte di tale quadro, occorre sostenere la natura pubblica del sistema regionale dei trasporti, arginando così il possibile rischio di una scalata da parte della criminalità organizzata che, se dovesse avvenire, porterebbe a conseguenze disastrose anche per i circa 10.000 lavoratori del settore, i quali sarebbero di fatto messi sotto ricatto, con immediate conseguenze sui salari e sui livelli occupazionali".
Trasporti: Campania, rischio camorra in aziende tpl
17 maggio 2012 • 00:00