Tornano a protestare i lavoratori delle cooperative sociali di Trani. Solo una settimana fa - ricorda una nota della Cgil Bat - erano sotto Palazzo di Città per chiedere di aumentare i fondi, praticamente ridotti alla metà, destinati alle proroghe degli appalti. Dopo un incontro lampo con il commissario prefettizio Maria Rita Iaculli, i dipendenti di “Eurocoop” e di “Re Manfredi”, pur permanendo lo stato d’agitazione, decisero di sospendere il sit-in “ad oltranza” per dare la possibilità agli uffici comunali preposti ed alla stessa Iaculli (come richiesto al tavolo con i sindacati) di approfondire la vicenda.

“La speranza – spiega Tina Prasti, segretaria Filcams Cgil Bat – era che in questi giorni si riuscissero a rintracciare altri fondi da destinare ai servizi pubblici che a Trani vengono garantiti da questi lavoratori ma così non è stato. Nelle scorse ore abbiamo incontrato nuovamente il commissario Iaculli (così come concordato la settimana scorsa) che ha sostanzialmente confermato la linea già assunta: appalti prorogati ma a meno del 50% in attesa dell’espletamento delle gare”.

“Stiamo parlando, lo ricordiamo, di lavoratori che garantiscono importanti servizi ai cittadini (verde pubblico, pulizia e sanificazione dei bagni pubblici, pulizia uffici comunali, pulizia uffici giudiziari, pulizia viali cimiteriali, pulizia Villa Bini ed altri) e che con questi tagli saranno costretti a lavorare di meno ed, ovviamente, a guadagnare la metà tornado a casa, se va bene, con qualche centinaio di euro. Riteniamo che non sia stata mantenuta la parola data, il commissario prefettizio ci aveva infatti garantito che sarebbero state bandite le nuove gare d’appalto per le annualità 2015/2016 con lo stesso impegno di spesa precedente insieme alla salvaguardia delle tutele occupazionali, salariali e normative”.

“Per questa ragione – conclude Tina Prasti – abbiamo deciso, insieme ai lavoratori, di riprendere il sit-in davanti al Comune e siamo pronti, se necessario, anche allo sciopero, rispettando naturalmente tempi e modalità di proclamazione come previsto dalla legge, perché queste donne e questi uomini che hanno già passato una notte all’addiaccio non chiedono altro che di continuare a lavorare”.