“Prato rappresenta probabilmente la più grande concentrazione di lavoro nero, ai limite della brutalità e della schiavitù, che esista in Europa”. A dirlo è Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil, profondamente colpito dalla tragedia di ieri nella città toscana, dove sono morti sette lavoratori cinesi. “Nessuno può affermare seriamente di non sapere cosa succede a Prato. Nessuno tra le istituzioni, la politica, le stesse forze sociali” continua Miceli: “Ormai Prato viene vissuta con normalità, accettata, legittimata. Chi dovrebbe vigilare non lo ha mai fatto, chi sapeva non ha mai parlato; e all'ombra di queste rimozioni si è creato un mostro difficilmente governabile. Verrebbe da dire: o lo stato di diritto, o Prato”. Aggiunge poi in modo polemico: “È questo il motivo per il quale è difficile accettare parole di commozione, lacrime di coccodrillo e dotte disquisizioni ex post, come quelle del vice presidente del Senato che, di fronte al fallimento dello Stato a Prato, non trova di meglio che attaccare i sindacati. Anche lei sapeva”.
Tragedia Prato: Miceli (Filctem Cgil), tutti sapevano di illegalità
2 dicembre 2013 • 00:00