Nel trasporto pubblico locale “i segnali positivi sono davvero pochi. E’ un settore nel quale è del tutto evidente la totale assenza di programmazione pubblica”. Così Alessandro Rocchi, segretario generale della Filt Cgil, ai microfoni di Radioarticolo1. Programmazione pubblica che manca in tutti i livelli di intervento, ad esempio per quanto riguarda “la connettività tra territori e dentro i territori, la mobilità locale, la mobilità sostenibile” - ha spiegato il dirigente sindacale nel corso del programma Italia Parla -, per non parlare del rapporto tra servizi pubblici di trasporto e “l’impatto ambientale” “nei centri urbani grandi, medi e piccoli”.

 

“Il decreto 50 della cosiddetta manovrina - prosegue Rocchi - contiene alcune norme estrapolate dal decreto legislativo attuativo sui servizi pubblici locali (ancora fermo in qualche cassetto del Parlamento), ma questi articoli dedicati al trasporto pubblico locale comportano dei problemi. Da un punto di vista di assetto industriale viene proposto un sistema di bacini di gara, e di lotti di gara all'interno dei bacini di gara, che non favorirà alcun processo invece indispensabile di crescita dimensionale delle aziende di tpl”.

“Oggi - ricorda Rocchi - queste aziende sono poco meno di 2000, ieri erano circa 2000, e domani saranno le stesse: quindi uno degli elementi di programmazione pubblica che avrebbe potuto essere speso, per costruire un’architettura del sistema di trasporto pubblico locale che tra le altre cose favorisca la crescita dimensionale delle imprese italiane in questo settore”, è completamente venuto meno.

Ma il decreto desta allarme anche negli aspetti che riguardano il lavoro. “Rispetto al decreto sui servizi pubblici locali”, il decreto 50 fa saltare la clausola sociale “in occasione del subentro di azienda”. Se a un’azienda affidataria del servizio, a seguito di gara o per altri motivi, subentra un'altra azienda, “nelle modalità di trasferimento del personale dalla prima alla seconda non sono tutelati sufficientemente né i livelli occupazionali, né i trattamenti contrattuali applicati”, conclude Rocchi.