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La Spagna si avvia verso la conferma di un esecutivo a guida “popolare”. Dopo il ritorno alle urne dello scorso 26 giugno, Mariano Rajoy, premier uscente e leader del Pp, non è riuscito nell’impresa di trovare alleati utili a formare una maggioranza di governo, ma sembra lo stesso fermamente intenzionato a presentarsi in Parlamento il prossimo 2 agosto per chiedere la fiducia, sperando in un’astensione dei socialisti del Psoe, orientati a evitare al Paese il terzo ricorso al voto in un anno; o più probabilmente in quella di Ciudadanos, il partito della nuova destra liberale che ha incassato nei giorni scorsi una prestigiosa poltrona nell’ufficio di Presidenza del Congresso. O magari confidando in un appoggio dei nazionalisti catalani, previo accordo – sostengono i bene informati – sulle scadenze a breve termine del debito della Regione autonoma.
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Quale che sia la soluzione che nei prossimi giorni consentirà a Rajoy di reinsediarsi al Palazzo della Moncloa, ciò che è certo è che quello che ne scaturirà sarà un esecutivo debole. Una convinzione condivisa anche dalle principali centrali sindacali spagnole, che non nascondono al riguardo una certa preoccupazione: “Dopo il voto – spiega a Rassegna Ignacio Fernández Toxo, segretario generale di Comisiones Obreras –, il Parlamento riflette una composizione che renderà difficile la formazione di una qualsivoglia compagine governativa. Questo in una fase che, sul piano politico, sociale ed economico, appare quanto mai delicata. Per questo riteniamo che andrebbe al più presto favorita la nascita di un nuovo esecutivo; perché non si possono rinviare ancora le sfide che hanno davanti la società e l’economia spagnola, ancor meno nell’attuale contesto dell’Unione europea”.
Rassegna Siete preoccupati per la paralisi istituzionale che il Paese sta vivendo?
Toxo Certo che siamo preoccupati. Specialmente per le ripercussioni negative che può avere – e che non manca già di manifestare – in merito al necessario rilancio delle attività economiche e all’altrettanto necessaria creazione di lavoro. Ma non solo. La Spagna ha bisogno, oggi più che mai, di un governo che dimostri una solida capacità negoziale con le istituzioni comunitarie, in particolare in merito alla minaccia di una multa per eccesso di debito pubblico, ma anche e soprattutto in merito agli obiettivi presi in considerazione nel Patto di stabilità e crescita, che a nostro avviso andrebbero ricontrattati per garantire un percorso di crescita economica inclusiva.
Rassegna Qual è il giudizio di Comisiones Obreras nei confronti del quadro politico uscito dalle elezioni del 26 giugno?
Toxo Il successo del Pp, che ha migliorato i risultati ottenuti nelle precedenti elezioni di dicembre, dovrebbe far riflettere. Perché è giunto dopo sei lunghi anni di gestione neoliberista della crisi economica, in perfetta sintonia con i dettami della Troika, e per di più in un Paese turbato da molteplici casi di corruzione, che hanno visto coinvolto in particolare proprio il partito storico della destra al governo. E dovrebbe far riflettere anche quanto è emerso dalle urne relativamente al versante progressista. Non c’è dubbio che né Unidos-Podemos, né il Psoe possono dirsi soddisfatti degli esiti del voto. Nel primo caso, è evidente che la coalizione elettorale non ha funzionato, nonostante il miraggio delle proiezioni, mentre i socialisti non possono certo accontentarsi di essere risultati la prima forza della sinistra, visto che si è trattato del loro peggior risultato dal ritorno della democrazia. Si tenga conto che, prima del 26 giugno, entrambe le formazioni sostenevano che il loro obiettivo era quello di vincere le elezioni.
Rassegna Cosa pensi della sempre più accentuata disaffezione degli spagnoli verso la politica?
Toxo Il nuovo governo avrà davanti a sé anche la sfida di porre fine al grave fenomeno della corruzione politico-amministrativa, così come alla sfiducia nei confronti delle istituzioni, maturata nel nostro Paese da diversi anni e la cui massima espressione si evidenzia attualmente nei rapporti della Catalogna con il resto dello Stato. A quest’ultimo riguardo, come Comisiones Obreras, riteniamo che una soluzione debba essere ricercata in un processo per la riforma della Costituzione spagnola in chiave federalista.
Rassegna Comisiones Obreras e Ugt hanno partecipato attivamente al dibattito che ha preceduto il voto presentando un pacchetto di proposte (“Per un modello economico e sociale differente”), un contributo fattivo al superamento della crisi in corso...
Toxo Le 20 proposte presentate da Comisiones Obreras e Ugt alla vigilia delle elezioni le consideriamo ancora valide e attuali, perché tentano di dare una risposta concreta ai bisogni del nostro Paese e dei suoi cittadini. Il nuovo governo che si andrà a insediare deve sapere che la Spagna ha bisogno di politiche in grado di dare slancio all’economia, di creare lavoro di qualità e attribuire di nuovo dignità al tema dei diritti dei lavoratori. Politiche che affrontino la crescente povertà e le disuguaglianze prodotte dalla gestione sbagliata della crisi. Politiche che garantiscano la stabilità futura del sistema pubblico delle pensioni e che si adoperino per il recupero di servizi fondamentali per i cittadini, quelli che – a cominciare dalla sanità, dall’istruzione e dall’assistenza ai soggetti più deboli – hanno subito drastici tagli in questi anni. Per non dire dell’urgenza di ridare centralità alla contrattazione collettiva e di recuperare il potere d’acquisto dei salari.
Rassegna Avete già pensato a quale sarà il vostro primo atto formale nei confronti del nuovo esecutivo?
Toxo Il nostro prossimo atto sarà in realtà una richiesta rivolta al Parlamento, che inviteremo ad affrontare con urgenza il dibattito sulla proposta di legge di iniziativa popolare, avallata dalla raccolta di 700mila firme e finalizzata all’introduzione nel nostro Paese del reddito minimo garantito.
Rassegna Quanto ascolto pensi che riceveranno le vostre proposte dal prossimo, probabile, governo a guida Rajoy?
Toxo Sosteniamo le nostre proposte, pur nella consapevolezza che la maggior parte di esse non rientra affatto tra le priorità del partito uscito vincitore dalle urne. Ma siamo anche convinti che, semmai riuscirà a formare il governo, il Partito Popolare dovrà in qualche modo tenerne conto. Ora è stato beneficiato dalle circostanze politiche e istituzionali che hanno portato alla ripetizione delle elezioni, ma deve essere consapevole del fatto che esiste una gran maggioranza di spagnoli stanca delle politiche di austerità, dell’enorme disoccupazione, dell’aumento delle disuguaglianze, della corruzione, e che chiede dei cambiamenti che i partiti devono saper interpretare in modo adeguato.
Rassegna E di fronte a una chiusura su tutti i fronti?
Toxo È chiaro che non possiamo in alcun modo scartare l’ipotesi di una mobilitazione sindacale o sociale: soprattutto nel caso in cui gli spagnoli dovessero continuare a vedere le loro priorità, dalla lotta alla disoccupazione e alla povertà alle misure contro la disuguaglianza, anche di genere, ancora disattese. La “prova del fuoco” la avremo con la presentazione della Legge generale di bilancio per il 2017. Nel frattempo, assieme all’Ugt, abbiamo deciso che, in preparazione della Giornata mondiale per il lavoro decente del 7 ottobre, realizzeremo nel mese di settembre 17 assemblee generali – una per ogni Comunità autonoma – di delegati e delegate sindacali.
Rassegna A che punto è il processo di unità d’azione con l’Ugt?
Toxo Le 20 proposte che unitariamente Comisiones Obreras e Ugt hanno elaborato e in seguito presentato ai partiti politici mostrano l’ampio grado di sintonia raggiunto dalle due organizzazioni. Per quanto ci riguarda, continuiamo a credere con convinzione al percorso comune intrapreso da diversi anni con l’Ugt e lavoreremo, non appena terminata questa complicata fase politica, a un’unità d’azione allargata ad altri attori sindacali e sociali, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi che riteniamo indispensabili per uscire dalla difficile crisi che attanaglia il nostro Paese.