Sciopero oggi lunedì 29 febbraio dalle 12 alle 16 per il personale di Aeroporti Toscana (la società che gestisce gli scali di Firenze e Pisa): è stato indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Toscana. Tra le ragioni dell'agitazione, la politica di esternalizzazioni dell'azienda sul fronte del servizio bagagli: a Firenze riguarda 30 lavoratori dell'aeroporto (col contratto a tempo, hanno il posto a rischio), a Pisa interessa 8 lavoratori, che sono stati spostati in un altro reparto bloccando le previste assunzioni. “Coloro che lavorano da anni in azienda a tempo determinato non saranno riconfermati. Il lavoro ceduto ad una cooperativa, senza obbligo di riassunzione, che svolgerà quelle attività applicando ai lavoratori un contratto meno retribuito e meno garantito”, hanno detto i sindacati. Il tutto, senza dimenticare che dei circa 800 lavoratori di Aeroporti Toscana il 50% è a part time e il 30% è a tempo determinato.
“In Aeroporti Toscana i voli, il fatturato e gli utili crescono, ma l'occupazione peggiora. I grandi progetti di crescita si accompagnano a esternalizzazioni e mancate stabilizzazioni. Chiediamo anche alla Regione di richiamare la società ai suoi obblighi. Servono assunzioni e un miglioramento delle condizioni di chi lavora e contribuisce al benessere aziendale da tanti anni. Non accettiamo una politica aziendale così miope, né condividiamo la maniera di fare relazioni industriali della dirigenza, alla quale chiediamo un ripensamento”, hanno spiegato Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl, ricordando che che varie comunicazioni aziendali hanno stimato in duemila le assunzioni a regime negli aeroporti di Firenze e Pisa.
Oggi 29 febbraio i sindacati effettueranno un presidio in ambo gli scali nell'orario dello sciopero, all'esterno delle strutture. Possibili disagi e disservizi sui voli. Dai sindacati è partita una denuncia alla “Commissione di garanzia nazionale per lo sciopero” contro l'azienda, perché avrebbe oltrepassato il limite di personale obbligato a lavorare nel giorno dello sciopero, che è il 20%, arrivando a oltre il 30%