Di questi tempi una doccia fredda può far piacere, ma i lavoratori che sono in Contratto di Solidarietà rischiano di fare una doccia gelata, quindi grave per la salute. Sì, perché con i nuovi decreti attuativi del Governo sul Jobs Act, l'ammortizzatore sociale più diffuso saranno i “contratti di solidarietà”, che saranno lo strumento per aumentare i tempi di protezione del lavoratore. Purtroppo, con l'aumentare dei tempi di protezione, il rischio altissimo sarà quello di non finanziare più il famoso 10% di sostegno, che nel caso nostro, arrivava dalla Regione Toscana, proprio perché non ci sono più i fondi.
E' l'allarme che lancia Mirko Lami della segreteria di Cgil Toscana: “Nel nuovo scenario di razionalizzazione della Cassa integrazione è comunque probabile che il contratto di solidarietà trovi una utilizzazione maggiore anche alla luce del decreto legislativo attuativo del Jobs Act in materia di riordino degli ammortizzatori sociali, ora all'esame delle commissioni Lavoro di Camera e Senato per il parere non vincolante. Con la riforma, la cassa integrazione ordinaria, quella straordinaria e i contratti di solidarietà si possono utilizzare in un arco temporale massimo di durata. In particolare la durata della cassa ordinaria e straordinaria viene fissata in 24 mesi per ciascuna unità produttiva da calcolare in un quinquennio mobile, contro gli attuali 36 mesi nel quinquennio fisso. Quello del quinquennio mobile è un punto saliente della riforma per la riduzione temporale della cassa integrazione: con i quinquenni fissi che andavano da 5 anni in 5 anni (l’ultimo da agosto 2010 ad agosto 2015), se si ricorreva alla cassa negli ultimi 36 mesi di un quinquennio, si poteva prolungarla di altri 36 mesi nei primi tre anni del quinquennio successivo, raggiungendo in questo modo un periodo ininterrotto di 6 anni di cassa integrazione".
"Anche il contratto di solidarietà - prosegue Lami - ha una durata di 24 mesi ma può essere prolungato sino a 36 mesi anche continuativi, in quanto il periodo dei primi 24 mesi viene conteggiato, ai fini del raggiungimento del tetto dei 36 mesi, solo per metà: ad esempio, un periodo di 24 mesi varrà 12 mesi, un periodo di 20 mesi ne varrà 10 e così via; oltre i 24 mesi la durata dei contratti di solidarietà sarà computata per intero. Il decreto attuativo fissa inoltre al 60 per cento il limite massimo di riduzione media dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati al contratto di solidarietà, mentre per ciascun lavoratore la percentuale di riduzione complessiva dell’orario di lavoro non può essere superiore al 70 per cento nell’arco dell’intero periodo per il quale il contratto è stipulato. Con tale strumento, dunque, le esigenze di ridimensionamento del personale sono soddisfatte non attraverso licenziamenti collettivi o sospensioni a zero ore di un corrispondente numero di lavoratori, ma coinvolgendo in una riduzione di orario un numero più ampio di lavoratori (da qui il termine 'solidarietà'), in modo da realizzare una riduzione complessiva delle ore lavorative equivalente a quelle che sarebbero state prestate dal personale eccedente. Insomma - conclude -, nei prossimi giorni sapremo se questo rischio si trasforma in realtà togliendo una fetta di salario ai lavoratori, e porremo il quesito anche alla Regione Toscana, che in questi anni ha sostenuto i lavoratori in Contratto di Solidarietà attraverso quel 10%”.
Toscana: Lami (Cgil), fondi a rischio esaurimento per i contratti di solidarietà
14 luglio 2015 • 00:00