Il 26 e 27 ottobre si svolge al Grand Hotel Ambasciatori di Chianciano (Siena) l’11° Congresso della Funzione Pubblica Cgil Toscana (la categoria che rappresenta i lavoratori del pubblico impiego), dopo oltre 800 assemblee che hanno visto la partecipazione di circa 15mila iscritte e iscritti. Domani sono previste la votazione dei documenti congressuali e l’elezione delle cariche locali. Stamani nella sua relazione introduttiva la segretaria generale di Fp Cgil Toscana, Alice D’Ercole, senese, ha toccato vari temi nazionali e locali. Segue una sintesi della sua relazione.

IL GIUDIZIO SULLA MANOVRA DEL GOVERNO
Il mancato finanziamento ricorrente del Fondo Sanitario Nazionale, e la sua inadeguatezza rispetto ai bisogni di salute, sta alimentando la tendenza, purtroppo sempre più diffusa, di rinuncia alle cure nel nostro Paese. L'insufficiente finanziamento delle autonomie locali, a partire dalle Province e Città Metropolitane, determina la loro incapacità di svolgere l'ordinaria attività amministrativa e non ci sono risorse per la manutenzione di scuole e strade. E sulle Province sono pericolose sono le dichiarazioni di ieri del ministro Di Maio che, anziché percorrere la strada del cambiamento, invertendo le politiche di questi anni e rilanciando su una nuova legittimazione democratica delle Province, torna all’attacco, in barba alla volontà popolare, paventando una inaccettabile e stantia proposta di cancellazione. E' irrinviabile, se non vogliamo che tragedie come quelle del ponte Morandi si ripetano, mettere gli enti deputati alla manutenzione della cosa pubblica nelle condizioni economiche di poterla svolgere, attraverso la definizione di un grande piano straordinario di messa in sicurezza dei beni e delle infrastrutture pubbliche e di tutela del territorio. L'assenza di previsioni di investimenti sul corpo dei Vigili del Fuoco determina poi un sistema di emergenza al collasso. Se nella manovra è certamente positiva la volontà di investire nel sistema pubblico dei Centri per l'Impiego e dare loro centralità sia nel sistema di intermediazione domanda offerta che nelle politiche attive, assai più preoccupante è un investimento di una portata enorme sul Reddito di Cittadinanza che, sebbene sia foriero di altissime aspettative, rischia, in assenza di investimenti volti alla creazione di opportunità di lavoro, di ridursi a mera misura assistenziale.

LE PENSIONI
Quota 100 e 41 anni di contributi sono i cardini della riforma in discussione in questi giorni. Questa impostazione recupera solo parzialmente ciò che Cgil, Cisl e Uil avevano messo nella piattaforma unitaria. Infatti è evidente che sono tante le questioni previdenziali che mancano di soluzione. Inoltre è certo che, all'atto della sua realizzazione, la riforma delle pensioni inaugurerà una stagione di esodo, anche nella pubblica amministrazione. Il Governo aveva paventato uno straordinario piano di almeno 450mila nuovi ingressi. Anche perché, se guardiamo alla sola Toscana, il calo è di circa 9 mila persone nel personale nei servizi pubblici dal 2010. E con l'esodo di oltre 130mila persone, su base nazionale, che si potrà determinare con la riforma pensionistica, si produrrà un inevitabile collasso dei servizi. La strada per noi è un'altra: in Toscana solo in sanità stiamo stabilizzando oltre 500 precari e nel sistema di Regione e Agenzie circa 150, di cui 100 nei soli Centri per l'Impiego. Numeri questi che vanno a sommarsi ai tanti, tantissimi che sono frutto del buon lavoro di contrattazione reso possibile negli ultimi anni.

RIORDINO ISTITUZIONALE
In questi anni abbiamo affrontato tante complessità e forse quella più dirompente è stata la sfida del riordino istituzionale. Ogni livello istituzionale ha riorganizzato i servizi e le politiche a sé demandate in assenza di coordinamento con le altre Istituzioni del Paese. Lo Stato è arretrato dal territorio con la chiusura di molti uffici. Un processo di desertificazione di interi territori col risultato di rendere ancor più burocratico il funzionamento delle Amministrazioni e più complicato per i cittadini trovare risposta ai propri bisogni. Il riassetto istituzionale ha prodotto un cambiamento epocale dentro la Regione Toscana che ancora, con fatica, sta provando a rimuovere le criticità che ancora persistono. Il transito di oltre mille lavoratori è stata una scelta coraggiosa che ha permesso di mettere in sicurezza i posti di lavoro, gli stipendi e di mantenere in essere servizi (a differenza di quanto è avvenuto in alcune realtà italiane), ma ha anche generato un cambiamento dirompente in una Regione che si era sempre caratterizzata per la sua vocazione a funzioni di programmazione e controllo.

SANITA'
La sanità toscana rimane una delle migliori del Paese, di alto livello in termini di capacità di risposta verso l’acuzie, ma sui problemi relativi ai servizi sul territorio stenta a produrre migliorie percepibili. Questo vale sia in termini di organizzazione che di governance. I dati mostrano una grande fatica nella partenza del percorso relativo alle Case della Salute e delle cure intermedie, con il conseguente affollamento, in larga parte improprio, dei Pronto Soccorso e dei reparti di Medicina negli Ospedali.

INCIDENTI SUL LAVORO
E’ di poco tempo fa la tragedia che ha colpito i due lavoratori dell'Archivio di Stato di Arezzo. Due morti sul lavoro che arrivano dopo la morte di Enzo Angelini, compagno iscritto alla Fp Cgil di Siena, e delle tante troppe morti che contiamo nel settore dell'igiene ambientale. Eventi tragici che sono a ricordarci che nessun settore è al riparo, che servono investimenti in prevenzione, in formazione degli operatori, in manutenzione dei mezzi e delle strutture. Ma soprattutto sono a ricordarci che dobbiamo fare di più, dando più forza ai nostri Rls, conferendo loro gli strumenti per farli lavorare in sinergia con le nostre Rsu e costruendo occasioni di coordinamento con i nostri comitati degli iscritti.