Gli “esodati” dello spettacolo: vanno in pensione ma non la prendono, anche per un anno. E' l'incredibile vicenda dei lavoratori di spettacolo-emittenza-sport dopo il passaggio di Enpals in Inps (in Toscana la questione riguarda circa 10mila persone). La Cgil di Firenze incalza l'Inps: “Situazione incresciosa, da risolvere”.
Oggi Slc e Inca Cgil Firenze in conferenza stampa alla Camera del lavoro hanno spiegato che i lavoratori che maturano i requisiti per l'accesso alla pensione con la normativa ex-Enpals (spettacolo, emittenza, sport) avranno l'amara sorpresa di scoprire che, per riscuotere l'assegno dovuto, passerà anche un anno circa dalla data di domanda di pensione. Infatti, nel periodo intercorrente la cessazione del rapporto di lavoro e l'erogazione dell'assegno pensionistico, oltre al doversi destreggiare con i problemi economici relativi alla totale mancanza di sostegno al reddito, si deve fare i conti con l'assenza di riscontro da parte dell'Inps circa la chiusura positiva della pratica.
Questi problemi sono comuni sia ai lavoratori, che esasperati cercano di avere informazioni in maniera autonoma, che agli operatori dei patronati, anch'essi non meno esasperati dalla sensazione di impotenza e dalle pressioni dei lavoratori ai quali non riescono, loro malgrado, a fornire indicazioni e risposte.
“Adesso ho circa un centinaio di pratiche pensionistiche ex Enpals, purtroppo gli assistiti vedono ignorate le loro richieste, noi sollecitiamo l'Inps e mandiamo anche diffide ma senza avere riscontri, mancano interlocutori diretti. Per noi è frustrante, gli assistiti non sono tutelati e si ingolfa anche l'ufficio con le pratiche ferme”, ha raccontato Rossana Ricci (funzionaria Inca Cgil Firenze). Da Inps spesso non arrivano infatti risposte alle molteplici email di richiesta di informazioni e ai solleciti inviati dal patronato. E da quando l'ente previdenziale Enpals è confluito nell'Inps non c'è la possibilità di relazionarsi con operatori dedicati sul territorio. Tutte le pratiche e le istanze convergono alla sede di Roma, dove gli operatori sono pochi e spesso non hanno avuto l'opportunità di sviluppare a pieno le competenze riguardanti un settore che, avendo proprie peculiarità, ha una normativa particolare per il conteggio dei requisiti pensionistici. “Noi sollecitiamo l'Inps ma è anche un problema politico, senza contare che nel frattempo si stanno tagliando i fondi ai patronati - cosa sulla quale è in corso una nostra mobilitazione - e questo non aiuta la tutela dei cittadini”, ha detto Pierluigi Fiorini (direttore Inca Cgil Firenze).
“Questa situazione non è più sostenibile ed è necessario trovare soluzioni per sostenere i lavoratori e le lavoratrici che si trovano in questa fase incresciosa, mettendo in campo tutti gli strumenti per evitare che ciò possa ripetersi in futuro. Intanto chiediamo all'Inps di aprire un ragionamento, con sportelli o presìdi sul territorio dedicati alla questione”, ha detto Cristina Pierattini (Slc Cgil Firenze).
Tra i lavoratori interessati da questa situazione, in conferenza stampa oggi ha parlato Marco, già direttore di scena al Maggio Musicale Fiorentino: dallo scorso marzo ha in mano la certificazione della pensione, ma ancora non ha visto nulla. “Ma che paese è questo? Non chiediamo diritti particolari, bastava fare un minimo percorso di formazione degli addetti Inps, spesso impreparati a gestire queste pratiche”. Gli ha fatto eco Valeria, 41 anni e 9 mesi di lavoro come impiegata in una compagnia teatrale fiorentina.”E' dal 7 gennaio scorso che faccio le domande per la pensione, tutto resta giacente, è davvero dura tirare avanti”.