Si sono conclusi a Torino i corsi sulle politiche di genere, organizzati nell'ambito del percorso regionale di formazione della Cgil Piemonte. All'appuntamento conclusivo hanno partecipato anche gli studenti del Liceo Cavour e dell'Università, che hanno interloquito con Susanna Camusso, Responsabile politiche di genere della Cgil nazionale. La giornata di venerdì scorso, introdotta dalla segretaria organizzativa della Cgil regionale, Monica Iviglia, ha completato il ciclo di due corsi sulle politiche di genere, partiti ad ottobre, organizzati dalla Cgil Piemonte, prima struttura regionale in Italia e rivolti alle donne e agli uomini della confederazione, nell'ambito del percorso formativo avviato dal Coordinamento nazionale della formazione Cgil.
Due i temi: “Ricominciamo da noi”, rivolto agli uomini della Cgil e “Un’organizzazione tutta per sé”, rivolto invece alle donne, per un totale di 5 giornate, entrambi tenuti da Cristiana Ricci, del Coordinamento Nazionale Formazione Cgil. I due progetti formativi sono nati da due necessità differenti: dedicare agli uomini un percorso formativo che li coinvolgesse in tematiche solitamente appannaggio delle donne, come la violenza sulle donne e spostare lo sguardo sul comportamento degli uomini e quello dedicato alle donne della Cgil per rinforzare la loro autostima, e ragionare su modalità differenti di portare il loro contributo in una organizzazione ancora a forte impatto maschile e maschilista. Nel complesso i due corsi hanno raggiunto gli obiettivi prefissi, non solo perché hanno dato l’opportunità di affrontare tematiche utili ad allargare lo sguardo anche al nostro interno, ma perché hanno creato consapevolezza di come si possa e si debba agire un cambiamento necessario a rendere la nostra organizzazione più libera da stereotipi e pregiudizi e pronta ad affrontare con competenza e sensibilità sfide contrattuali e sociali.
Sono stati affrontati temi quali: la diversità salariale, la segregazione orizzontale, cioè come l'occupazione femminile si concentri in un ristretto numero di settori e professioni, le norme contrattuali e gli accordi che accolgono buone pratiche a favore della conciliazione e soprattutto della condivisione e le molestie nei luoghi di lavoro, si è parlato di dinamiche relazionali e tecniche di comunicazione, di come sia importante essere persone assertive e avere autostima, si è dato uno sguardo al fenomeno della violenza delle donne e come debba riguardare gli uomini e quindi come sia urgente ripensare all’universo maschile come conquista di nuovi spazi affettivi ed emotivi. Nelle giornate formative si è ripercorsa la storia delle donne nella Cgil e non solo, perché l’invisibilità ha riguardato e tuttora riguarda molte donne che hanno contribuito a vario titolo alla grandezza della nostra civiltà e alla democrazia del nostro Paese, ma ancora a fatica hanno degno riconoscimento. I due percorsi hanno cercato di coniugare apprendimento cognitivo con quello emozionale, questo ha consentito di lavorare su due livelli per meglio valorizzare temi che - se non assunti come propri - potevano rischiare di rimanere astratti e poco applicabili, oltre a favorire la relazione, l’ascolto reciproco, l’attenzione partecipata. Come metodo didattico sono stati utilizzati i lavori di gruppo, esercitazioni, test, esercizi anche corporei, filmati, letture, oltre che lezioni con esposizione di slides. La valutazione, da parte dei corsisti e delle corsiste, è stata nel complesso molto positiva. Le giornate di formazione sono state documentate dalle immagini del video “"Politiche di genere: diario di corso", ideato e realizzato da Alessandro Salvatore. Il progetto video ha riassunto l'intero percorso di formazione, documentando con “highlights” e interviste i momenti principali del lavoro di gruppo e delle testimonianze dei/delle partecipanti.