Un'ora di assemblea-sciopero si è svolta questa mattina presso le due sedi di Palermo e Catania della Tmb Italia srl, azienda partenopea che si occupa in Sicilia di installazione e manutenzione di impianti elettrici. Allo sciopero hanno aderito anche i lavoratori Tmb Italia (23 luglio) delle altre sedi siciliane di Messina e Agrigento. Le assemblee, sia nella sede palermitana di Villagrazia di Carini che di Catania, si sono svolte fuori dai cancelli. L'azienda, riferisce la Fiom, ha vietato l'uso dei locali. L'iniziativa di protesta è stata decisa dopo che, il 18 luglio, preso la sede di Palermo, si è rotto il tavolo delle trattative tra la Tmb Italia e le organizzazioni sindacali. Al centro dell'incontro, le questioni che i 50 lavoratori siciliani di Tmb Italia e i sindacati pongono da mesi nell'Isola, come il riconoscimento degli istituti previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro e una data mensile per l'erogazione fissa degli stipendi.
“L'ennesimo incontro in cui nei nostri confronti, e in quello di un rappresentante della Rsu di Catania, è stato tenuto un atteggiamento di aggressione verbale – dichiarano i segretari Fiom Cgil di Palermo e Catania Francesco Foti e Nunzio Cinquemani -. Un tono provocatorio che abbiamo contestato e che non ha agevolato per nulla il confronto. In risposta a questo comportamento, i lavoratori e le segreterie della Fiom hanno attivato come forma di protesta il blocco dello straordinario e delle ore viaggio. E indetto lo sciopero-assemblea di oggi”.
Prima dell'incontro del 18, la Tmb Italia aveva già fatto slittare, chiedendone il rinvio, due convocazioni all'ufficio del lavoro. “La protesta continua fino a quando l'azienda non riconoscerà i diritti e le richieste del personale – aggiungono Foti e Cinquemani –. Contemporaneamente, l'ufficio vertenze del sindacato valuterà azioni legali nei confronti della Tmb a tutela dei diritti dei lavoratori”.