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Martedì 31 maggio è sciopero nazionale per l'intera giornata di tutti i lavoratori del Gruppo elettrico “Tirreno Power” (tre centrali termoelettriche: Vado Ligure, a Savona; Torrevaldaliga Sud, a Civitavecchia (Roma), Napoli Levante e 17 centraline idroelettriche distribuite nell'arco dell'Appennino Ligure, per complessivi 380 lavoratori circa), investito da qualche anno da una pesante crisi industriale. “Ma non mancherà l'erogazione dell'energia elettrica – assicurano i sindacati del settore Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, promotori della mobilitazione – né tantomeno i servizi essenziali ai cittadini”.
L'astensione dal lavoro “si è resa necessaria – incalzano i sindacati - a seguito della mancata presentazione di un piano industriale credibile da parte di Tirreno Power, tale da consentire innanzitutto la ripresa dell'attività produttiva a salvaguardia di tutta l'occupazione dei propri dipendenti, a pochi mesi dalla scadenza degli ammortizzatori sociali attualmente applicati a tutto il personale”. “L'azienda – rincarano la dose i sindacati – non ha saputo rispondere altro se non con una richiesta di ulteriore tempo per mettere a punto una soluzione. Le responsabilità di questa crisi sono ben precise e non possono essere pagate dai lavoratori!”.
A subire le conseguenze della crisi sono circa 190 lavoratori, di cui oltre 100 della centrale di Vado Ligure, dove il sequestro della Magistratura delle unità a carbone ha già comportato la fuoriuscita dal lavoro di 70 dipendenti diretti, con un organico passato da 240 unità a poco più di 160 ed ha coinvolto in modo drammatico i lavoratori dell'indotto, per i quali si parla di circa 850 famiglie coinvolte.
In autunno, tra l'altro, scadranno i contratti di solidarietà che oggi coinvolgono tutti i lavoratori di Tirreno Power e se la proprietà non presenta un piano industriale concreto, non si potranno prorogare gli ammortizzatori sociali e non resterebbe altra strada che quella dei licenziamenti.
I sindacati hanno ribadito la richiesta fatta al ministero dello Sviluppo Economico per l'avvio di uno specifico tavolo di crisi per la vertenza e la riattivazione di quello sull'intero settore della produzione termoelettrica.