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Mercoledì 27 luglio è sciopero per tutta la giornata al gruppo Tirreno Power, a difesa dei 200 posti di lavoro attualmente a rischio. Lo hanno proclamato Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, annunciando unitariamente il nuovo stop nazionale. Il gruppo elettrico, ricorda il sindacato, comprende tre centrali termoelettriche: Vado Ligure, a Savona; Torrevaldaliga Sud, a Civitavecchia-Roma, Napoli Levante e 17 centraline idroelettriche distribuite nell'arco dell'Appennino ligure, per complessivi 380 lavoratori circa, investito da qualche anno da una pesante crisi industriale, per il quale ancora non si intravede un piano alternativo credibile per la reimpiegabilità del personale coinvolto dalla crisi.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco – denunciano i sindacati – arriva la presa di posizione del neo direttore generale di Tirreno Power, secondo il quale il progetto presentato per l'area di Vado Ligure non può essere implementato, tacendo completamente anche per le aree di Civitavecchia e Napoli, anch'esse colpite da esuberi di personale che sfiorano il 50%. Su questo tema sono stati investiti i due principali azionisti di Tirreno Power (Engie e Sorgenia), “i quali – aggiungono – non possono sottrarsi alla ricerca di soluzioni che tutelino l'occupazione, dopo aver beneficiato per anni delle performance di Tirreno Power”.
Si prevede l'acuirsi di tensioni tra i lavoratori se l'incontro previsto il 3 agosto tra i sindacati, Regioni e azienda al ministero dello Sviluppo economico non dovesse produrre i positivi effetti auspicati. “È ora di aprire un tavolo di confronto – per le organizzazioni sindacali – che indichi, senza ambiguità, quali sono gli strumenti per governare una situazione di transizione energetica e mettere a punto una soluzione in grado economiche di trovare risorse economiche adeguate”. Ma quello che più preoccupa Filctem, Flaei, Uiltec è la scadenza autunnale degli ammortizzatori sociali “per i quali – concludono – è necessario ottenerne la proroga per evitare il disastro sociale”.
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Tag: Tirreno Power